Editoriali Avvenire

Economia Civile

stdClass Object
(
    [id] => 19131
    [title] => Pasolini, il profeta-sentinella e il culto imperiale del consumo
    [alias] => pasolini-il-profeta-sentinella-e-il-culto-imperiale-del-consumo
    [introtext] => 

Editoriali - Nel centenario della nascita, da riprendere il lascito dell’artista che seppe segnalare l’idolatria del nostro tempo

di Luigino Bruni

pubblicato su Avvenire il 05/03/2022

I poeti sono i custodi delle parole – delle loro parole, delle nostre parole di oggi, delle parole di domani. Per questo somigliano molto ai profeti biblici, sentinelle – shomerim – di una parola diversa, che custodiscono affinché le nostre parole non diventino tutte vanitas, soffio, vento, fumo, chiacchiere. Non capiamo la critica radicale di Pier Paolo Pasolini al capitalismo e al consumo senza partire dalla sua riflessione sulla lingua. Lui la vedeva ormai asservita al Potere del consumo, trasformata in un linguaggio che aveva perso contatto con le cose concrete e vive e, quindi, con l’anima del popolo e delle persone. Il destino della lingua gli svelava quello della cultura italiana – e se avesse potuto guardare il mondo un po’ più a lungo vi avrebbe letto anche il destino dell’Occidente, perché si trattava e si tratta dello stesso declino. Si allontanavano entrambe, Italia e lingua, da qualcosa di povero, duro, severo ma vero, da un mondo «puramente umano, accoratamente umano» ( Le ceneri di Gramsci, p. 45), e si avvicinavano a un nuovo mondo meno povero, duro, severo ma che diventavano ogni giorno meno vero. Il discorso di Pasolini sulla lingua è dentro la sua ricerca vitale di un fondamento non-finto, di un’origine, di una pietra angolare dell’esistenza che la trattenesse dallo sprofondare nel nulla.

[fulltext] =>

Mio nonno Domenico, contadino e spaccapietre nella cava di travertino, quando parlava nel suo dialetto ascolano ci incantava tutti con le parole della sua lingua madre. Con quel lessico arcaico faceva parlare le sue emozioni più profonde, chiamava per nome la vita sua e quella degli altri, viveva tra le cose e sapeva come nominarle. Gli rispondevano il dolore, l’amore, la pietà, Dio, i dèmoni, e lui li capiva; e con essi imbastiva un dialogo intenso e vero, ogni giorno – la prima preghiera, e l’ultima, si recitano bene solo in dialetto. Ma non appena doveva parlare in italiano, la sua lingua si immiseriva, diventava insicuro e impacciato, si vergognava, era meno bello, perdeva dignità. Col passare del tempo il ricordo vivo di questa forma di violenza mi appare sempre più ingiusta e sbagliata, la sua memoria mi fa soffrire. E finalmente capisco Pasolini: «Quando saranno morti tutti i contadini e tutti gli artigiani... allora la nostra storia sarà fi- nita» (dal film La rabbia, 1963). E capisco, forse, anche la sua critica al capitalismo: «L’italiano diventa la lingua delle aziende, del mercato» (Interviste corsare, p. 216) – chissà cosa direbbe del finto inglese che è subentrato a quell’italiano? Capisco la sua lode per il lavoro artigiano, che è l’opposto della nostalgia: è un urlo per salvare le cose e la loro verità, perché togliendo le mani umane dalle cose queste vengono manipolate da una ideologia senza carne e sangue. L’artigiano e il dialetto non sono in Pasolini età dell’oro perduta e da rimpiangere, ma terra promessa ancora da raggiungere. La tv diventa il primo agente della 'strumentalizzazione' della lingua (Empirismo eretico, p. 19), perché «è attraverso lo spirito della televisione che si manifesta in concreto lo spirito del nuovo potere» (Scritti corsari, p. 24).

La critica che Pasolini fa del capitalismo (e quindi della modernità) non è meno grande e profonda delle grandissime critiche di Walter Benjamin, di Pavel Florenskij, di Ernesto de Martino o di Gramsci e Marx. Perché Pasolini capisce che il capitalismo si apre e si lascia decifrare se lo leggiamo come fatto antropologico e teologico e non solo come economia. In particolare, Pasolini intuisce che la svolta decisiva della cultura capitalista era avvenuta con l’arrivo del consumo di massa. Fino a quando il capitalismo era rimasto centrato sull’impresa e sul lavoro, lo spirito italiano, cattolico, comunitario e mediterraneo non ne era rimasto incantato e catturato. Perché sotto le Alpi il lavoro è sempre stato soprattutto fatica, travaglio, non vocazione (beruf) né tantomeno benedizione ed elezione divina. Si lavorava per destino, perché si doveva lavorare, per mangiare, per far vivere meglio i figli, e se si poteva campare senza lavorare tanto meglio. Il cambiamento epocale è avvenuto nella seconda metà del Novecento, quando l’asse del capitalismo si spostò dalla produzione al consumo, un cambiamento che ha conquistato velocemente e totalmente l’Italia (e i Paesi cattolici).

Continua la lettura su Avvenire

[checked_out] => 0 [checked_out_time] => 0000-00-00 00:00:00 [catid] => 888 [created] => 2022-03-05 15:14:06 [created_by] => 64 [created_by_alias] => Luigino Bruni [state] => 1 [modified] => 2022-03-05 15:42:10 [modified_by] => 64 [modified_by_name] => Antonella Ferrucci [publish_up] => 2022-03-05 15:14:06 [publish_down] => 0000-00-00 00:00:00 [images] => {"image_intro":"","image_sp_full":"images\/2022\/03\/05\/Pierpaolo_Pasolini@Avvenire.jpg","image_sp_thumb":"images\/2022\/03\/05\/Pierpaolo_Pasolini@Avvenire_thumbnail.jpg","image_sp_medium":"images\/2022\/03\/05\/Pierpaolo_Pasolini@Avvenire_medium.jpg","image_sp_large":"images\/2022\/03\/05\/Pierpaolo_Pasolini@Avvenire_large.jpg","float_intro":"","image_intro_alt":"","image_intro_caption":"","image_fulltext":"","float_fulltext":"","image_fulltext_alt":"","image_fulltext_caption":""} [urls] => {"urla":false,"urlatext":"","targeta":"","urlb":false,"urlbtext":"","targetb":"","urlc":false,"urlctext":"","targetc":""} [attribs] => {"article_layout":"","show_title":"","link_titles":"","show_tags":"","show_intro":"","info_block_position":"","info_block_show_title":"","show_category":"","link_category":"","show_parent_category":"","link_parent_category":"","show_associations":"","show_author":"","link_author":"","show_create_date":"","show_modify_date":"","show_publish_date":"","show_item_navigation":"","show_icons":"","show_print_icon":"","show_email_icon":"","show_vote":"","show_hits":"","show_noauth":"","urls_position":"","alternative_readmore":"","article_page_title":"","show_publishing_options":"","show_article_options":"","show_urls_images_backend":"","show_urls_images_frontend":"","spfeatured_image":"images\/2022\/03\/05\/Pierpaolo_Pasolini@Avvenire.jpg","spfeatured_image_alt":"","post_format":"standard","gallery":"","audio":"","video":"","helix_ultimate_video":"","helix_ultimate_article_format":"standard","helix_ultimate_image":"images\/2022\/03\/05\/Pierpaolo_Pasolini@Avvenire.jpg","link_title":"","link_url":"","quote_text":"","quote_author":"","post_status":""} [metadata] => {"robots":"","author":"","rights":"","xreference":""} [metakey] => [metadesc] => [access] => 1 [hits] => 1440 [xreference] => [featured] => 1 [language] => it-IT [on_img_default] => 0 [readmore] => 3332 [ordering] => 8 [category_title] => IT - Editoriali Avvenire [category_route] => economia-civile/it-editoriali-vari/it-varie-editoriali-avvenire [category_access] => 1 [category_alias] => it-varie-editoriali-avvenire [published] => 1 [parents_published] => 1 [lft] => 79 [author] => Luigino Bruni [author_email] => ferrucci.anto@gmail.com [parent_title] => IT - Editoriali vari [parent_id] => 893 [parent_route] => economia-civile/it-editoriali-vari [parent_alias] => it-editoriali-vari [rating] => 0 [rating_count] => 0 [alternative_readmore] => [layout] => [params] => Joomla\Registry\Registry Object ( [data:protected] => stdClass Object ( [article_layout] => _:default [show_title] => 1 [link_titles] => 1 [show_intro] => 1 [info_block_position] => 0 [info_block_show_title] => 1 [show_category] => 1 [link_category] => 1 [show_parent_category] => 1 [link_parent_category] => 1 [show_associations] => 0 [flags] => 1 [show_author] => 0 [link_author] => 0 [show_create_date] => 1 [show_modify_date] => 0 [show_publish_date] => 1 [show_item_navigation] => 1 [show_vote] => 0 [show_readmore] => 0 [show_readmore_title] => 0 [readmore_limit] => 100 [show_tags] => 1 [show_icons] => 1 [show_print_icon] => 1 [show_email_icon] => 1 [show_hits] => 0 [record_hits] => 1 [show_noauth] => 0 [urls_position] => 1 [captcha] => [show_publishing_options] => 1 [show_article_options] => 1 [save_history] => 1 [history_limit] => 10 [show_urls_images_frontend] => 0 [show_urls_images_backend] => 1 [targeta] => 0 [targetb] => 0 [targetc] => 0 [float_intro] => left [float_fulltext] => left [category_layout] => _:blog [show_category_heading_title_text] => 0 [show_category_title] => 0 [show_description] => 0 [show_description_image] => 0 [maxLevel] => 0 [show_empty_categories] => 0 [show_no_articles] => 1 [show_subcat_desc] => 0 [show_cat_num_articles] => 0 [show_cat_tags] => 1 [show_base_description] => 1 [maxLevelcat] => -1 [show_empty_categories_cat] => 0 [show_subcat_desc_cat] => 0 [show_cat_num_articles_cat] => 0 [num_leading_articles] => 0 [num_intro_articles] => 14 [num_columns] => 2 [num_links] => 0 [multi_column_order] => 1 [show_subcategory_content] => -1 [show_pagination_limit] => 1 [filter_field] => hide [show_headings] => 1 [list_show_date] => 0 [date_format] => [list_show_hits] => 1 [list_show_author] => 1 [list_show_votes] => 0 [list_show_ratings] => 0 [orderby_pri] => none [orderby_sec] => rdate [order_date] => published [show_pagination] => 2 [show_pagination_results] => 1 [show_featured] => show [show_feed_link] => 1 [feed_summary] => 0 [feed_show_readmore] => 0 [sef_advanced] => 1 [sef_ids] => 1 [custom_fields_enable] => 1 [show_page_heading] => 0 [layout_type] => blog [menu_text] => 1 [menu_show] => 1 [secure] => 0 [helixultimatemenulayout] => {"width":600,"menualign":"right","megamenu":0,"showtitle":1,"faicon":"","customclass":"","dropdown":"right","badge":"","badge_position":"","badge_bg_color":"","badge_text_color":"","layout":[]} [helixultimate_enable_page_title] => 1 [helixultimate_page_title_alt] => Economia Civile [helixultimate_page_subtitle] => Editoriali Avvenire [helixultimate_page_title_heading] => h2 [page_title] => Editoriali Avvenire [page_description] => [page_rights] => [robots] => [access-view] => 1 ) [initialized:protected] => 1 [separator] => . ) [displayDate] => 2022-03-05 15:14:06 [tags] => Joomla\CMS\Helper\TagsHelper Object ( [tagsChanged:protected] => [replaceTags:protected] => [typeAlias] => [itemTags] => Array ( [0] => stdClass Object ( [tag_id] => 161 [id] => 161 [parent_id] => 1 [lft] => 319 [rgt] => 320 [level] => 1 [path] => pieraolo-pasolini [title] => Pieraolo Pasolini [alias] => pieraolo-pasolini [note] => [description] => [published] => 1 [checked_out] => 0 [checked_out_time] => 0000-00-00 00:00:00 [access] => 1 [params] => {} [metadesc] => [metakey] => [metadata] => {} [created_user_id] => 64 [created_time] => 2022-03-05 15:14:06 [created_by_alias] => [modified_user_id] => 0 [modified_time] => 2022-03-05 15:42:10 [images] => {} [urls] => {} [hits] => 3045 [language] => * [version] => 1 [publish_up] => 2022-03-05 15:14:06 [publish_down] => 2022-03-05 15:14:06 ) ) ) [slug] => 19131:pasolini-il-profeta-sentinella-e-il-culto-imperiale-del-consumo [parent_slug] => 893:it-editoriali-vari [catslug] => 888:it-varie-editoriali-avvenire [event] => stdClass Object ( [afterDisplayTitle] => [beforeDisplayContent] => [afterDisplayContent] => ) [text] =>

Editoriali - Nel centenario della nascita, da riprendere il lascito dell’artista che seppe segnalare l’idolatria del nostro tempo

di Luigino Bruni

pubblicato su Avvenire il 05/03/2022

I poeti sono i custodi delle parole – delle loro parole, delle nostre parole di oggi, delle parole di domani. Per questo somigliano molto ai profeti biblici, sentinelle – shomerim – di una parola diversa, che custodiscono affinché le nostre parole non diventino tutte vanitas, soffio, vento, fumo, chiacchiere. Non capiamo la critica radicale di Pier Paolo Pasolini al capitalismo e al consumo senza partire dalla sua riflessione sulla lingua. Lui la vedeva ormai asservita al Potere del consumo, trasformata in un linguaggio che aveva perso contatto con le cose concrete e vive e, quindi, con l’anima del popolo e delle persone. Il destino della lingua gli svelava quello della cultura italiana – e se avesse potuto guardare il mondo un po’ più a lungo vi avrebbe letto anche il destino dell’Occidente, perché si trattava e si tratta dello stesso declino. Si allontanavano entrambe, Italia e lingua, da qualcosa di povero, duro, severo ma vero, da un mondo «puramente umano, accoratamente umano» ( Le ceneri di Gramsci, p. 45), e si avvicinavano a un nuovo mondo meno povero, duro, severo ma che diventavano ogni giorno meno vero. Il discorso di Pasolini sulla lingua è dentro la sua ricerca vitale di un fondamento non-finto, di un’origine, di una pietra angolare dell’esistenza che la trattenesse dallo sprofondare nel nulla.

[jcfields] => Array ( ) [type] => intro [oddeven] => item-odd )
Pasolini, il profeta-sentinella e il culto imperiale del consumo

Pasolini, il profeta-sentinella e il culto imperiale del consumo

Editoriali - Nel centenario della nascita, da riprendere il lascito dell’artista che seppe segnalare l’idolatria del nostro tempo di Luigino Bruni pubblicato su Avvenire il 05/03/2022 I poeti sono i custodi delle parole – delle loro parole, delle nostre parole di oggi, delle parole di domani. Per qu...
stdClass Object
(
    [id] => 19094
    [title] => Giuseppe Toniolo e l'idea-domanda di un capitalismo meridiano
    [alias] => giuseppe-toniolo-e-l-idea-domanda-di-un-capitalismo-meridiano
    [introtext] => 

Il saggio di Domenico Sorrentino è indispensabile per chiunque voglia avvicinarsi al pensiero di Toniolo e al grande tema del confronto con la modernità

di Luigino Bruni

pubblicato su Avvenire nella sezione "Economia Civile" il 12/01/2022

Tornare agli autori del passato è sempre un’operazione difficile. I problemi che avevano in mente, il contesto sociale nel quale scrivevano, la loro cultura, i dibattiti religiosi e/o scientifici, erano tutti molto diversi dai nostri, a volte troppo diversi perché possano dialogare con noi, tantomeno capirci. Trovare ispirazioni per l’oggi in pagine scritte cento o trecento anni fa è estremamente raro. A cosa serve allora la storia delle idee? Oggi credo che la storia delle idee sia preziosa se diventa la storia delle domande; è meno utile e interessante quando è la storia delle risposte che studiosi, in particolare nel caso di economisti e scienziati sociali, hanno voluto dare alle loro domande e a quelle di altri. Le risposte invecchiano, e in questo nostro tempo accelerato invecchiano molto velocemente; le domande, alcune domande possono invece essere ancora vive e generative. Nel bel volume di Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi e Foligno e tra i maggiori studiosi del pensiero di Giuseppe Toniolo - Economia umana. La lezione e la profezia di Giuseppe Toniolo: una rilettura sistematica ( Vita e Pensiero, Milano, 2021; Introduzione di Stefano Zamagni) - ho dunque cercato di individuare le domande di Toniolo ancora (per me) vive. Il saggio di Sorrentino è strumento oggi indispensabile per chiunque voglia avvicinarsi al pensiero economico- sociale di Toniolo (al Toniolo teologo e al pensatore cristiano a tuttotondo Sorrentino aveva dedicato un saggio del 1987, G. Toniolo: una chiesa nella storia, Vita e Pensiero).

[fulltext] =>

Chi era Giuseppe Toniolo Giuseppe Toniolo (1845-1918) ha vissuto un tempo di grandi cambiamenti, in Italia e in Europa. Era un adolescente quando si formava l’Italia unitaria e lanciava la sua battaglia anti-clericale. Inizia a insegnare economia sociale nell’università di Padova (nel 1873) all’indomani del non expedit di Pio IX, in un clima anti-modernista e anti-Stato italiano che lo accompagnerà fino alla sua morte. Fu attore e spettatore della crisi sociale ed etica associata all’emergere del socialismo e del marxismo in Europa, insieme alla nascita della Dottrina Sociale della Chiesa con Leone XIII. La sua vita accademica inizia nello stesso anno in cui Walras pubblica a Losanna gli Elements d’économie politique pure, uno dei manifesti della nuova economia neoclassica, che segnerà l’inizio di una vera rivoluzione nel modo di intendere la scienza economica e di fare economia. Toniolo si era invece formato nella scuola Lombardo-Veneta d’economia, la variante italiana della scuola storica tedesca di Roscher e Schmoller. I suoi maestri erano stati Fedele Lampertico, Angelo Messedaglia, Luigi Cossa, economisti e storici che furono gli ultimi esponenti di un mondo teoretico destinato a tramontare con la nuova economia neoclassica inaugurata, in Italia, da Pantaleoni e poi con più grande successo da Pareto. Il giovane Toniolo saliva su una cattedra terminale. Si direbbe, con un’espressione avara ma efficace, come economista 'nasce vecchio' e nel posto sbagliato. Da questo punto di vista, Toniolo somiglia molto ad Achille Loria, che, come lui, fu da giovane uno dei più brillanti rappresentanti dell’economia classica (la sua era quella di D. Ricardo), anch’egli luce lucentissima di una stella che stava termi- nando il suo ciclo di vita. Sono fenomeni questi molto comuni nei tempi di cambiamenti epocali, dove la sorte dei talenti dipende molto da dove studiano e dentro quali scuole iniziano la propria carriera. La storia scientifica e intellettuale di Toniolo fu poi complicata (e allo stesso tempo arricchita) dalla sua fede cattolica. Toniolo, infatti, non era soltanto un economista cattolico come altri della sua generazione e di quelle successive; per lui la fede fu chiamata, vocazione, senso profondo della vita e quindi dell’agire, del suo modo fare scienza, economia e politica. Non era una dimensione accanto alle altre, era la dimensione decisiva della sua esistenza. E, lo sappiamo, fare scienza quando si è ricevuta una vocazione spirituale e religiosa molto forte diventa particolarmente difficile, perché quasi sempre manca la distanza terapeutica dai fatti osservati, quasi sempre si inizia a studiare un fenomeno per dimostrare una verità che la si conosce come vera prima di aver iniziato la ricerca scientifica. Ecco perché gli uomini e le donne con questo tipo di fede hanno fatto una gran fatica ad emergere nelle scienze, perché è troppo comune che le diverse ragioni della fede prevalgano su quelle dello scienziato.

L’uomo e lo scienziato nei testi La lettura dei testi originali di Toniolo (e sono molti, fu scrittore molto prolifico), e poi quella dell’ampia, colta e sistematica ricostruzione che ne ha fatto Sorrentino, ci fanno attraversare tutte le difficoltà che l’uomo Giuseppe e lo scienziato Toniolo incontrarono nel loro tempo difficile. Difficoltà e ambivalenze di cui Sorrentino è ben cosciente, e, a detta di chi scrive, le pagine più belle sono quelle dove l’autore dialoga ad alta voce e in pubblico con il proprio maestro Toniolo (e di magistero si tratta), gli pone delle domande scomode, gli fa delle critiche mostrandogli delle incongruenze nel suo pensiero (ad esempio a p. 210, e nell’intero capitolo conclusivo: 'Prospettive e provocazioni'). È questa onestà intellettuale dell’allievo un valore aggiunto di questo libro, che offre una miniera di spunti di riflessioni, che hanno un valore in sé e non solo in rapporto a Toniolo. Il libro ripercorre passo passo il pensiero economico (e in parte sociologico) di Toniolo, dalla prolusione ('prelezione') nell’università di Padova del 5 dicembre 1873 fino agli ultimi volumi del suo Trattato di Economia Sociale (1915). Il Trattato è, di fatto, lo spartito principale, in certi casi unico, del saggio (sebbene Sorrentino lo corredi con l’ampio apparato di note, dove si trovano delle autentiche perle: sta anche in questa lettura liminare il valore del lavoro). Uscito originariamente in tre volumi, il Trattato racchiude infatti la visione che Toniolo si era fatto sui principali istituti economici del suo tempo. La sua struttura è simile al trattato del suo maestro amato Fedele Lampertico ( L’economia degli Stati e dei popoli: l’Introduzione è datata 18 novembre 1873, pochi giorni prima la prelezione di Toniolo), al Dizionario di Economia Politica del Boccardo, ai Principj di Economia Sociale di Antonio Scaloja, ai molti libri di Luigi Cossa o al Corso di Economia Politica di Achille Loria. Trattati tutti concepiti e scritti sul paradigma del sistema classico, quindi sulla falsariga dei manuali inglesi ( J.S. Mill) e francesi ( J.B. Say), con abbondanti dosi di scuola tedesca. È certamente molto distante dai Principi di economia pura di Pantaleoni o, tantomeno, dal Cours o dal Manuale di Pareto, che erano usciti tutti prima del suo Trattato. Toniolo, diversamente da Pantaleoni, non saltò sul carro della nuova scienza neoclassica solo per mancanza di strumenti analitici (la matematica avanzata); in lui c’era la convinzione che la nuova scienza neoclassica era antropologicamente ed eticamente sbagliata come lo era già la 'madre', l’economia classica di Smith e Ricardo. Toniolo rimase sempre un convinto allievo della scuola storica tedesca, restò un 'economista storico' (come lo definiva già Amleto Spicciani), quella scuola che era critica dell’egoismo (selfinterest) di Adam Smith e ancora di più dell’homo oeconomicus di J.S. Mill di cui non condivideva l’approccio astratto, parziale ed incompleto in nome di una scienza economica unitaria, integrale, sistemica. Non fece l’uomo reale 'a fette' (nel linguaggio di Pareto), ma lo conservò intatto nella sua interezza. Qui, invece, Toniolo somiglia a Pantaleoni che, sebbene avesse scritto un manuale di economia pura, voleva una economia 'impura', convinto che ciò che si perde nelle prime approssimazioni della scienza pura non lo si recupera più, è perso per sempre. Ma quelle battaglie non potevano essere vincenti, in un tempo nel quale il positivismo dominava nella scienza, e con esso la condizione che solo una scienza imperfetta, che rinuncia al tutto per la parte, può essere vera scienza.

Continua la lettura su Avvenire

 

 

 

[checked_out] => 0 [checked_out_time] => 0000-00-00 00:00:00 [catid] => 888 [created] => 2022-01-12 10:09:46 [created_by] => 64 [created_by_alias] => Luigino Bruni [state] => 1 [modified] => 2023-04-18 15:55:40 [modified_by] => 64 [modified_by_name] => Antonella Ferrucci [publish_up] => 2022-01-12 10:09:46 [publish_down] => 0000-00-00 00:00:00 [images] => {"image_intro":"","float_intro":"","image_intro_alt":"","image_intro_caption":"","image_fulltext":"","float_fulltext":"","image_fulltext_alt":"","image_fulltext_caption":""} [urls] => {"urla":false,"urlatext":"","targeta":"","urlb":false,"urlbtext":"","targetb":"","urlc":false,"urlctext":"","targetc":""} [attribs] => {"article_layout":"","show_title":"","link_titles":"","show_tags":"","show_intro":"","info_block_position":"","info_block_show_title":"","show_category":"","link_category":"","show_parent_category":"","link_parent_category":"","show_associations":"","show_author":"","link_author":"","show_create_date":"","show_modify_date":"","show_publish_date":"","show_item_navigation":"","show_icons":"","show_print_icon":"","show_email_icon":"","show_vote":"","show_hits":"","show_noauth":"","urls_position":"","alternative_readmore":"","article_page_title":"","show_publishing_options":"","show_article_options":"","show_urls_images_backend":"","show_urls_images_frontend":"","helix_ultimate_image":"images\/2022\/01\/28\/Giuseppe_Toniolo@Avvenire.jpg","helix_ultimate_image_alt_txt":"","spfeatured_image":"","helix_ultimate_article_format":"standard","helix_ultimate_audio":"","helix_ultimate_gallery":"","helix_ultimate_video":"","video":""} [metadata] => {"robots":"","author":"","rights":"","xreference":""} [metakey] => [metadesc] => [access] => 1 [hits] => 1131 [xreference] => [featured] => 1 [language] => it-IT [on_img_default] => [readmore] => 6996 [ordering] => 2 [category_title] => IT - Editoriali Avvenire [category_route] => economia-civile/it-editoriali-vari/it-varie-editoriali-avvenire [category_access] => 1 [category_alias] => it-varie-editoriali-avvenire [published] => 1 [parents_published] => 1 [lft] => 79 [author] => Luigino Bruni [author_email] => ferrucci.anto@gmail.com [parent_title] => IT - Editoriali vari [parent_id] => 893 [parent_route] => economia-civile/it-editoriali-vari [parent_alias] => it-editoriali-vari [rating] => 0 [rating_count] => 0 [alternative_readmore] => [layout] => [params] => Joomla\Registry\Registry Object ( [data:protected] => stdClass Object ( [article_layout] => _:default [show_title] => 1 [link_titles] => 1 [show_intro] => 1 [info_block_position] => 0 [info_block_show_title] => 1 [show_category] => 1 [link_category] => 1 [show_parent_category] => 1 [link_parent_category] => 1 [show_associations] => 0 [flags] => 1 [show_author] => 0 [link_author] => 0 [show_create_date] => 1 [show_modify_date] => 0 [show_publish_date] => 1 [show_item_navigation] => 1 [show_vote] => 0 [show_readmore] => 0 [show_readmore_title] => 0 [readmore_limit] => 100 [show_tags] => 1 [show_icons] => 1 [show_print_icon] => 1 [show_email_icon] => 1 [show_hits] => 0 [record_hits] => 1 [show_noauth] => 0 [urls_position] => 1 [captcha] => [show_publishing_options] => 1 [show_article_options] => 1 [save_history] => 1 [history_limit] => 10 [show_urls_images_frontend] => 0 [show_urls_images_backend] => 1 [targeta] => 0 [targetb] => 0 [targetc] => 0 [float_intro] => left [float_fulltext] => left [category_layout] => _:blog [show_category_heading_title_text] => 0 [show_category_title] => 0 [show_description] => 0 [show_description_image] => 0 [maxLevel] => 0 [show_empty_categories] => 0 [show_no_articles] => 1 [show_subcat_desc] => 0 [show_cat_num_articles] => 0 [show_cat_tags] => 1 [show_base_description] => 1 [maxLevelcat] => -1 [show_empty_categories_cat] => 0 [show_subcat_desc_cat] => 0 [show_cat_num_articles_cat] => 0 [num_leading_articles] => 0 [num_intro_articles] => 14 [num_columns] => 2 [num_links] => 0 [multi_column_order] => 1 [show_subcategory_content] => -1 [show_pagination_limit] => 1 [filter_field] => hide [show_headings] => 1 [list_show_date] => 0 [date_format] => [list_show_hits] => 1 [list_show_author] => 1 [list_show_votes] => 0 [list_show_ratings] => 0 [orderby_pri] => none [orderby_sec] => rdate [order_date] => published [show_pagination] => 2 [show_pagination_results] => 1 [show_featured] => show [show_feed_link] => 1 [feed_summary] => 0 [feed_show_readmore] => 0 [sef_advanced] => 1 [sef_ids] => 1 [custom_fields_enable] => 1 [show_page_heading] => 0 [layout_type] => blog [menu_text] => 1 [menu_show] => 1 [secure] => 0 [helixultimatemenulayout] => {"width":600,"menualign":"right","megamenu":0,"showtitle":1,"faicon":"","customclass":"","dropdown":"right","badge":"","badge_position":"","badge_bg_color":"","badge_text_color":"","layout":[]} [helixultimate_enable_page_title] => 1 [helixultimate_page_title_alt] => Economia Civile [helixultimate_page_subtitle] => Editoriali Avvenire [helixultimate_page_title_heading] => h2 [page_title] => Editoriali Avvenire [page_description] => [page_rights] => [robots] => [access-view] => 1 ) [initialized:protected] => 1 [separator] => . ) [displayDate] => 2022-01-12 10:09:46 [tags] => Joomla\CMS\Helper\TagsHelper Object ( [tagsChanged:protected] => [replaceTags:protected] => [typeAlias] => [itemTags] => Array ( [0] => stdClass Object ( [tag_id] => 156 [id] => 156 [parent_id] => 1 [lft] => 309 [rgt] => 310 [level] => 1 [path] => giuseppe-toniolo [title] => Giuseppe Toniolo [alias] => giuseppe-toniolo [note] => [description] => [published] => 1 [checked_out] => 0 [checked_out_time] => 2022-01-28 10:09:46 [access] => 1 [params] => {} [metadesc] => [metakey] => [metadata] => {} [created_user_id] => 64 [created_time] => 2022-01-28 10:09:46 [created_by_alias] => [modified_user_id] => 0 [modified_time] => 2022-01-28 10:09:46 [images] => {} [urls] => {} [hits] => 2926 [language] => * [version] => 1 [publish_up] => 2022-01-28 10:09:46 [publish_down] => 2022-01-28 10:09:46 ) ) ) [slug] => 19094:giuseppe-toniolo-e-l-idea-domanda-di-un-capitalismo-meridiano [parent_slug] => 893:it-editoriali-vari [catslug] => 888:it-varie-editoriali-avvenire [event] => stdClass Object ( [afterDisplayTitle] => [beforeDisplayContent] => [afterDisplayContent] => ) [text] =>

Il saggio di Domenico Sorrentino è indispensabile per chiunque voglia avvicinarsi al pensiero di Toniolo e al grande tema del confronto con la modernità

di Luigino Bruni

pubblicato su Avvenire nella sezione "Economia Civile" il 12/01/2022

Tornare agli autori del passato è sempre un’operazione difficile. I problemi che avevano in mente, il contesto sociale nel quale scrivevano, la loro cultura, i dibattiti religiosi e/o scientifici, erano tutti molto diversi dai nostri, a volte troppo diversi perché possano dialogare con noi, tantomeno capirci. Trovare ispirazioni per l’oggi in pagine scritte cento o trecento anni fa è estremamente raro. A cosa serve allora la storia delle idee? Oggi credo che la storia delle idee sia preziosa se diventa la storia delle domande; è meno utile e interessante quando è la storia delle risposte che studiosi, in particolare nel caso di economisti e scienziati sociali, hanno voluto dare alle loro domande e a quelle di altri. Le risposte invecchiano, e in questo nostro tempo accelerato invecchiano molto velocemente; le domande, alcune domande possono invece essere ancora vive e generative. Nel bel volume di Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi e Foligno e tra i maggiori studiosi del pensiero di Giuseppe Toniolo - Economia umana. La lezione e la profezia di Giuseppe Toniolo: una rilettura sistematica ( Vita e Pensiero, Milano, 2021; Introduzione di Stefano Zamagni) - ho dunque cercato di individuare le domande di Toniolo ancora (per me) vive. Il saggio di Sorrentino è strumento oggi indispensabile per chiunque voglia avvicinarsi al pensiero economico- sociale di Toniolo (al Toniolo teologo e al pensatore cristiano a tuttotondo Sorrentino aveva dedicato un saggio del 1987, G. Toniolo: una chiesa nella storia, Vita e Pensiero).

[jcfields] => Array ( ) [type] => intro [oddeven] => item-even )
Giuseppe Toniolo e l'idea-domanda di un capitalismo meridiano

Giuseppe Toniolo e l'idea-domanda di un capitalismo meridiano

Il saggio di Domenico Sorrentino è indispensabile per chiunque voglia avvicinarsi al pensiero di Toniolo e al grande tema del confronto con la modernità di Luigino Bruni pubblicato su Avvenire nella sezione "Economia Civile" il 12/01/2022 Tornare agli autori del passato è sempre un’operazione dif...
stdClass Object
(
    [id] => 19082
    [title] => Mai soltanto  per utilità
    [alias] => mai-soltanto-per-utilita
    [introtext] => 

Commenti -  L’altro nome del dono è meraviglia

di Luigino Bruni

pubblicato su Avvenire il 06/01/2022

Quasi mai resistiamo fino all’epifania per inserire i re Magi nel presepe. Entrano già nel primo allestimento, sebbene all’inizio siano laggiù in fondo, in lontananza, ma sempre dentro l’orizzonte. Perché i Magi ci piacciono molto per molte cose. Compaiono nella Buona novella cristiana per visitare un bambino e escono con discrezione dai vangeli. Ci hanno insegnato l’ospitalità - non si va mai a trovare una mamma che ha partorito senza un dono. E ci ricordano che la missione universale di Gesù non si traduce in un potere religioso universale ma in un messaggio di gioia, di speranza, di pace, di dialogo e fraternità, dono per tutti i popoli e per tutte le religioni. Dei re Magi non si dice infatti nei vangeli che divennero cristiani; ma guai a toglierli dal presepe, ci devono stare come Maria e Giuseppe - coloro che credono che il presepe sia una festa troppo confessionale dimenticano i Magi. 

[fulltext] =>

Uomini venuti da lontano che ci hanno insegnato l’arte del fare i doni. Se il Natale è la festa dei doni e dei doni per i bambini in modo speciale, lo dobbiamo anche ai Magi.

Entrati nella casa di Maria “videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra” (Matteo 2,11). Prima si prostrano e adorano, poi consegnano i loro doni. Questo ritmo dei gesti è essenziale: i Magi iniziano la loro visita adorando, prostrati (procidentes, cioè ‘gettati a terra’), e solo dopo fanno i loro tre doni. Certo, i Magi adorarono un bambino speciale, adorarono Gesù. Ma loro non sapevano che quel bambino fosse il Figlio di Dio; speravano che fosse un nuovo re, sapevano che era un figlio dell’uomo. E allora in quel loro gesto ci svelano alcune dimensioni antropologiche del dono che valgono anche per i nostri doni, almeno per quelli diversi e decisivi.

Una certa adorazione è il primo movimento del dono. Adorare, dal latino ad-orare, cioè portare alla bocca (or). In oriente era infatti comune che quando un viaggiatore arrivava in visita da una persona, come prima cosa si portava la mano verso la propria bocca, la baciava e poi con essa lanciava baci verso la persona ‘adorata’. Qualche volta si baciavano i piedi, un ginocchio, la mano. Ma la mano alla bocca, soprattutto nel Medioriente, era anche segno di stupore, un linguaggio per dire la meraviglia di un incontro che toglieva il fiato e faceva restare muti di fronte al valore e alla bellezza della persona che si aveva di fronte. L’adorare è quindi gesto della bocca, ha a che fare con i nostri baci e con il nostro silenzio - la parola greca che usa Matteo per dire ‘adorare’, proskynesis (προσκύνησις), letteralmente significa ‘baciare verso’.

continua la lettura su Avvenire...

220106 Quote LB

[checked_out] => 0 [checked_out_time] => 0000-00-00 00:00:00 [catid] => 888 [created] => 2022-01-05 18:02:37 [created_by] => 64 [created_by_alias] => Luigino Bruni [state] => 1 [modified] => 2023-04-12 22:38:35 [modified_by] => 64 [modified_by_name] => Antonella Ferrucci [publish_up] => 2022-01-06 08:35:28 [publish_down] => 0000-00-00 00:00:00 [images] => {"image_intro":"","float_intro":"","image_intro_alt":"","image_intro_caption":"","image_fulltext":"","float_fulltext":"","image_fulltext_alt":"","image_fulltext_caption":""} [urls] => {"urla":false,"urlatext":"","targeta":"","urlb":false,"urlbtext":"","targetb":"","urlc":false,"urlctext":"","targetc":""} [attribs] => {"article_layout":"","show_title":"","link_titles":"","show_tags":"","show_intro":"","info_block_position":"","info_block_show_title":"","show_category":"","link_category":"","show_parent_category":"","link_parent_category":"","show_associations":"","show_author":"","link_author":"","show_create_date":"","show_modify_date":"","show_publish_date":"","show_item_navigation":"","show_icons":"","show_print_icon":"","show_email_icon":"","show_vote":"","show_hits":"","show_noauth":"","urls_position":"","alternative_readmore":"","article_page_title":"","show_publishing_options":"","show_article_options":"","show_urls_images_backend":"","show_urls_images_frontend":"","helix_ultimate_image":"images\/2022\/01\/05\/Mare@LB_ant.jpg","helix_ultimate_image_alt_txt":"","spfeatured_image":"images\/2022\/01\/05\/Mare@LB_ant.jpg","helix_ultimate_article_format":"standard","helix_ultimate_audio":"","helix_ultimate_gallery":"","helix_ultimate_video":"","video":""} [metadata] => {"robots":"","author":"","rights":"","xreference":""} [metakey] => [metadesc] => [access] => 1 [hits] => 1625 [xreference] => [featured] => 1 [language] => it-IT [on_img_default] => [readmore] => 2175 [ordering] => 7 [category_title] => IT - Editoriali Avvenire [category_route] => economia-civile/it-editoriali-vari/it-varie-editoriali-avvenire [category_access] => 1 [category_alias] => it-varie-editoriali-avvenire [published] => 1 [parents_published] => 1 [lft] => 79 [author] => Luigino Bruni [author_email] => ferrucci.anto@gmail.com [parent_title] => IT - Editoriali vari [parent_id] => 893 [parent_route] => economia-civile/it-editoriali-vari [parent_alias] => it-editoriali-vari [rating] => 0 [rating_count] => 0 [alternative_readmore] => [layout] => [params] => Joomla\Registry\Registry Object ( [data:protected] => stdClass Object ( [article_layout] => _:default [show_title] => 1 [link_titles] => 1 [show_intro] => 1 [info_block_position] => 0 [info_block_show_title] => 1 [show_category] => 1 [link_category] => 1 [show_parent_category] => 1 [link_parent_category] => 1 [show_associations] => 0 [flags] => 1 [show_author] => 0 [link_author] => 0 [show_create_date] => 1 [show_modify_date] => 0 [show_publish_date] => 1 [show_item_navigation] => 1 [show_vote] => 0 [show_readmore] => 0 [show_readmore_title] => 0 [readmore_limit] => 100 [show_tags] => 1 [show_icons] => 1 [show_print_icon] => 1 [show_email_icon] => 1 [show_hits] => 0 [record_hits] => 1 [show_noauth] => 0 [urls_position] => 1 [captcha] => [show_publishing_options] => 1 [show_article_options] => 1 [save_history] => 1 [history_limit] => 10 [show_urls_images_frontend] => 0 [show_urls_images_backend] => 1 [targeta] => 0 [targetb] => 0 [targetc] => 0 [float_intro] => left [float_fulltext] => left [category_layout] => _:blog [show_category_heading_title_text] => 0 [show_category_title] => 0 [show_description] => 0 [show_description_image] => 0 [maxLevel] => 0 [show_empty_categories] => 0 [show_no_articles] => 1 [show_subcat_desc] => 0 [show_cat_num_articles] => 0 [show_cat_tags] => 1 [show_base_description] => 1 [maxLevelcat] => -1 [show_empty_categories_cat] => 0 [show_subcat_desc_cat] => 0 [show_cat_num_articles_cat] => 0 [num_leading_articles] => 0 [num_intro_articles] => 14 [num_columns] => 2 [num_links] => 0 [multi_column_order] => 1 [show_subcategory_content] => -1 [show_pagination_limit] => 1 [filter_field] => hide [show_headings] => 1 [list_show_date] => 0 [date_format] => [list_show_hits] => 1 [list_show_author] => 1 [list_show_votes] => 0 [list_show_ratings] => 0 [orderby_pri] => none [orderby_sec] => rdate [order_date] => published [show_pagination] => 2 [show_pagination_results] => 1 [show_featured] => show [show_feed_link] => 1 [feed_summary] => 0 [feed_show_readmore] => 0 [sef_advanced] => 1 [sef_ids] => 1 [custom_fields_enable] => 1 [show_page_heading] => 0 [layout_type] => blog [menu_text] => 1 [menu_show] => 1 [secure] => 0 [helixultimatemenulayout] => {"width":600,"menualign":"right","megamenu":0,"showtitle":1,"faicon":"","customclass":"","dropdown":"right","badge":"","badge_position":"","badge_bg_color":"","badge_text_color":"","layout":[]} [helixultimate_enable_page_title] => 1 [helixultimate_page_title_alt] => Economia Civile [helixultimate_page_subtitle] => Editoriali Avvenire [helixultimate_page_title_heading] => h2 [page_title] => Editoriali Avvenire [page_description] => [page_rights] => [robots] => [access-view] => 1 ) [initialized:protected] => 1 [separator] => . ) [displayDate] => 2022-01-05 18:02:37 [tags] => Joomla\CMS\Helper\TagsHelper Object ( [tagsChanged:protected] => [replaceTags:protected] => [typeAlias] => [itemTags] => Array ( [0] => stdClass Object ( [tag_id] => 13 [id] => 13 [parent_id] => 1 [lft] => 23 [rgt] => 24 [level] => 1 [path] => editoriali-avvenire [title] => Editoriali Avvenire [alias] => editoriali-avvenire [note] => [description] => [published] => 1 [checked_out] => 0 [checked_out_time] => 0000-00-00 00:00:00 [access] => 1 [params] => {"tag_layout":"","tag_link_class":"label label-info"} [metadesc] => [metakey] => [metadata] => {"author":"","robots":""} [created_user_id] => 609 [created_time] => 2020-07-17 04:14:05 [created_by_alias] => [modified_user_id] => 0 [modified_time] => 2020-07-17 04:14:05 [images] => {"image_intro":"","float_intro":"","image_intro_alt":"","image_intro_caption":"","image_fulltext":"","float_fulltext":"","image_fulltext_alt":"","image_fulltext_caption":""} [urls] => {} [hits] => 34803 [language] => * [version] => 1 [publish_up] => 2020-07-17 04:14:05 [publish_down] => 2020-07-17 04:14:05 ) [1] => stdClass Object ( [tag_id] => 152 [id] => 152 [parent_id] => 1 [lft] => 301 [rgt] => 302 [level] => 1 [path] => epifania [title] => Epifania [alias] => epifania [note] => [description] => [published] => 1 [checked_out] => 0 [checked_out_time] => 0000-00-00 00:00:00 [access] => 1 [params] => {} [metadesc] => [metakey] => [metadata] => {} [created_user_id] => 64 [created_time] => 2022-01-06 08:37:14 [created_by_alias] => [modified_user_id] => 0 [modified_time] => 2022-01-06 08:47:41 [images] => {} [urls] => {} [hits] => 2696 [language] => * [version] => 1 [publish_up] => 2022-01-06 08:37:14 [publish_down] => 2022-01-06 08:37:14 ) [2] => stdClass Object ( [tag_id] => 153 [id] => 153 [parent_id] => 1 [lft] => 303 [rgt] => 304 [level] => 1 [path] => dono [title] => Dono [alias] => dono [note] => [description] => [published] => 1 [checked_out] => 0 [checked_out_time] => 0000-00-00 00:00:00 [access] => 1 [params] => {} [metadesc] => [metakey] => [metadata] => {} [created_user_id] => 64 [created_time] => 2022-01-06 08:37:14 [created_by_alias] => [modified_user_id] => 0 [modified_time] => 2022-01-06 08:47:41 [images] => {} [urls] => {} [hits] => 2978 [language] => * [version] => 1 [publish_up] => 2022-01-06 08:37:14 [publish_down] => 2022-01-06 08:37:14 ) ) ) [slug] => 19082:mai-soltanto-per-utilita [parent_slug] => 893:it-editoriali-vari [catslug] => 888:it-varie-editoriali-avvenire [event] => stdClass Object ( [afterDisplayTitle] => [beforeDisplayContent] => [afterDisplayContent] => ) [text] =>

Commenti -  L’altro nome del dono è meraviglia

di Luigino Bruni

pubblicato su Avvenire il 06/01/2022

Quasi mai resistiamo fino all’epifania per inserire i re Magi nel presepe. Entrano già nel primo allestimento, sebbene all’inizio siano laggiù in fondo, in lontananza, ma sempre dentro l’orizzonte. Perché i Magi ci piacciono molto per molte cose. Compaiono nella Buona novella cristiana per visitare un bambino e escono con discrezione dai vangeli. Ci hanno insegnato l’ospitalità - non si va mai a trovare una mamma che ha partorito senza un dono. E ci ricordano che la missione universale di Gesù non si traduce in un potere religioso universale ma in un messaggio di gioia, di speranza, di pace, di dialogo e fraternità, dono per tutti i popoli e per tutte le religioni. Dei re Magi non si dice infatti nei vangeli che divennero cristiani; ma guai a toglierli dal presepe, ci devono stare come Maria e Giuseppe - coloro che credono che il presepe sia una festa troppo confessionale dimenticano i Magi. 

[jcfields] => Array ( ) [type] => intro [oddeven] => item-odd )
Mai soltanto  per utilità

Mai soltanto per utilità

Commenti -  L’altro nome del dono è meraviglia di Luigino Bruni pubblicato su Avvenire il 06/01/2022 Quasi mai resistiamo fino all’epifania per inserire i re Magi nel presepe. Entrano già nel primo allestimento, sebbene all’inizio siano laggiù in fondo, in lontananza, ma sempre dentro l’orizzonte...
stdClass Object
(
    [id] => 19112
    [title] => Monti di Pietà: il primato di Ascoli
    [alias] => monti-di-pieta-il-primato-di-ascoli
    [introtext] => 

Agorà di Avvenire, recensioni - Torna in libreria un volume del 1942 di don Giuseppe Fabiani che ricostruisce le vicende del primo Monte, nato nel 1458 grazie al francescano Domenico da Leonessa

di Luigino Bruni

pubblicato su Avvenire il 01/12/2021

I Monti di pietà sono una istituzione socio-finanziaria che fa parte dell’eredità civile che l’Umanesimo italiano ha lasciato alla modernità. Un fenomeno che si sviluppò nel seno della trazione francescana nella seconda metà del XV secolo, all’inizio prevalentemente nelle Marche e in Umbria (con penetrazioni in Abruzzo) e poi già a partire dalla fine del Quattrocento in tutto il Centro e il Nord Italia. Storia diversa è quella del Sud, dove si svilupparono in età moderna soprattutto i Monti frumentari.

[fulltext] =>

La nascita dei Monti è stata uno dei paradossi più affascinanti della storia europea. La spoliazione di Francesco, la sua rinuncia totale all’economia di suo padre Bernardone, il 'nulla possedere' e il 'sine proprio' generarono due secoli dopo delle banche, e proprio da quella componente più radicale del suo movimento: i Minori dell’Osservanza. E se il Concilio di Trento non li avesse ridotti a enti di assistenza, snaturandone l’essenza di istituzioni finanziarie (diverse e solidali), l’Italia avrebbe avuto forse un’altra storia, dato che i Monti di Pietà in Italia a metà Cinquecento erano centinaia, e ogni città, anche piccola, aveva uno o più Monti: anche questa è parte dell’eredità lasciataci dalla Controriforma. In ogni fenomeno sociale importante l’origine ha un valore particolare, perché all’inizio si concentrano sfide e promesse che poi alimentano l’intero movimento.

Da secoli si discute su quale sia stato il primo Monte di Pietà e su chi fosse il frate francescano che lo fondò. Le due principali (non uniche) città che continuano ancora a contendersi il primato sono Ascoli Piceno e Perugia. In realtà non ci sono dubbi che ad Ascoli sia nata nel 1458 una proto-banca svolgente funzioni di Monte di pietà, precedente al Monte di Perugia del 1462, fondato dal frate Michele. La questione controversa riguarda se quello di Ascoli fosse veramente un Monte di Pietà (con le caratteristiche di prestito su pegno, in particolare prestito oneroso), o se fosse invece un’istituzione di beneficienza simile alle tante che già esistevano in Italia. Di questo, e di altro, si occupò don Giuseppe Fabiani, storico ascolano, in un libro del 1942 (non si dimentichi la data), ora ripubblicato dalle Edizioni Lìbrati (Gli ebrei e il Monte di Pietà in Ascoli), grazie a una sinergia tra vari enti della città di Ascoli Piceno e al lavoro di Franco Laganà, che ha scritto una lunga e ricca prefazione, seguita da un altro bel saggio introduttivo di fra Ferdinando Campana sulla storia dei Monti di Pietà in generale e nelle Marche.

Un libro importante, che completa la storia dei Monti di Pietà, con una pagina ignorata da molti storici che si sono occupati di questo fenomeno, incluso il classico studio di M.G. Muzzarelli (Il denaro e la salvezza, 2001). La letteratura sui Monti di Pietà pone al centro e all’origine fra Bernardino da Feltre, che operò soprattutto nel Nord Est italiano, e mette in secondo piano Marco da Montegallo (ascolano, noto fondatore di molti Monti in Italia, tra questi quello di Vicenza) e ancor più Domenico da Leonessa, che sono invece al centro del saggio di Fabiani.

Il primo che pose la questione del primato di Ascoli Piceno fu monsignor Antonio Marcucci (Force di Ascoli Piceno: 1717-1798), vescovo di Montalto, importante personalità ecclesiale del tempo, non solo marchigiana. Questi nel libro Saggio sulle cose ascolane (1776), afferma che Marco da Montegallo «fu l’inventore dei Monti di Pietà', in quanto fondatore del Monte di Ascoli del 1458, il primo Monte». Sulla questione tornò un altro storico ascolano, Giacinto Cantalamessa Carboni (Notizie storiche per servire alla biografia di frate Marco di Monte Gallo - 1843), che dedica molto spazio alla questione della fondazione del primo Monte di Pietà. In realtà lo storico ascolano ha molti dubbi che il primato di Marco sia legittimo, ma nel citare le fonti per smentire questa tesi, in realtà, senza volerlo, offre elementi per sostenerla. Il Marcucci è la principale (se non unica) fonte della fondazione del Monte di Ascoli per opera di Marco e quindi del suo essere pioniere in questo movimento. Ma il Marcucci, sostiene Cantalamessa, fonda la sua tesi su documenti storici deboli: un libro coevo dei fatti dell’ascolano Pierangelo Dino, poi una Storia di Ascoli di un antenato seicentesco dello stesso Marcucci (Nicolò) e infine i libri Consigliari del comune della città. Ma poi aggiunge che il Marcucci era storico di scarso valore e quindi poco affidabile, che il libro del Dino è andato disperso o forse non è stato mai pubblicato, e che i libri Consigliari di quell’anno sono andati bruciati in un incendio del 1535. E quindi afferma che il probabile fondatore del Monte di Ascoli sia stato il maestro di Marco, san Giacomo della Marca, che (forse) accompagnò Marco durante le predicazione dell’inverno del 1458, personalità di ben altro spessore e prestigio: «è da credersi che egli precedesse il Beato Marco nell’erezione degli stessi Monti di Pietà». In realtà, smontando la fonte del Dino, Cantalamessa riporta la citazione del numero di pagina del suo libro disperso, sebbene di 'seconda mano' in quanto vista da un altro storico ascolano dei Seicento, Andrea Antonelli, e dal Cantalamessa riportata. Tra l’altro, Marcucci cita il libro del Dino in molti altri passaggi della sua opera. Pace Cantalamessa, non ci sono ragioni forti per non credere alla fonte del Marcucci, almeno per quanto riguarda la fondazione del Monte di Ascoli; anche perché è sempre buona norma ermeneutica concedere la buona fede agli autori, fino a documentata prova contraria. Cosa pensava su questo tema Don Fabiani?

Continua la lettura su Avvenire

 

 

[checked_out] => 0 [checked_out_time] => 0000-00-00 00:00:00 [catid] => 888 [created] => 2021-12-01 10:54:05 [created_by] => 64 [created_by_alias] => Luigino Bruni [state] => 1 [modified] => 2023-04-18 15:55:22 [modified_by] => 64 [modified_by_name] => Antonella Ferrucci [publish_up] => 2021-12-01 10:54:05 [publish_down] => 0000-00-00 00:00:00 [images] => {"image_intro":"","float_intro":"","image_intro_alt":"","image_intro_caption":"","image_fulltext":"","float_fulltext":"","image_fulltext_alt":"","image_fulltext_caption":""} [urls] => {"urla":false,"urlatext":"","targeta":"","urlb":false,"urlbtext":"","targetb":"","urlc":false,"urlctext":"","targetc":""} [attribs] => {"article_layout":"","show_title":"","link_titles":"","show_tags":"","show_intro":"","info_block_position":"","info_block_show_title":"","show_category":"","link_category":"","show_parent_category":"","link_parent_category":"","show_associations":"","show_author":"","link_author":"","show_create_date":"","show_modify_date":"","show_publish_date":"","show_item_navigation":"","show_icons":"","show_print_icon":"","show_email_icon":"","show_vote":"","show_hits":"","show_noauth":"","urls_position":"","alternative_readmore":"","article_page_title":"","show_publishing_options":"","show_article_options":"","show_urls_images_backend":"","show_urls_images_frontend":"","helix_ultimate_image":"images\/2022\/02\/14\/Mendicanti_300_Domenico_Lenzi@Avvenire.jpg","helix_ultimate_image_alt_txt":"","spfeatured_image":"","helix_ultimate_article_format":"standard","helix_ultimate_audio":"","helix_ultimate_gallery":"","helix_ultimate_video":"","video":""} [metadata] => {"robots":"","author":"","rights":"","xreference":""} [metakey] => [metadesc] => [access] => 1 [hits] => 1435 [xreference] => [featured] => 1 [language] => it-IT [on_img_default] => [readmore] => 5642 [ordering] => 1 [category_title] => IT - Editoriali Avvenire [category_route] => economia-civile/it-editoriali-vari/it-varie-editoriali-avvenire [category_access] => 1 [category_alias] => it-varie-editoriali-avvenire [published] => 1 [parents_published] => 1 [lft] => 79 [author] => Luigino Bruni [author_email] => ferrucci.anto@gmail.com [parent_title] => IT - Editoriali vari [parent_id] => 893 [parent_route] => economia-civile/it-editoriali-vari [parent_alias] => it-editoriali-vari [rating] => 0 [rating_count] => 0 [alternative_readmore] => [layout] => [params] => Joomla\Registry\Registry Object ( [data:protected] => stdClass Object ( [article_layout] => _:default [show_title] => 1 [link_titles] => 1 [show_intro] => 1 [info_block_position] => 0 [info_block_show_title] => 1 [show_category] => 1 [link_category] => 1 [show_parent_category] => 1 [link_parent_category] => 1 [show_associations] => 0 [flags] => 1 [show_author] => 0 [link_author] => 0 [show_create_date] => 1 [show_modify_date] => 0 [show_publish_date] => 1 [show_item_navigation] => 1 [show_vote] => 0 [show_readmore] => 0 [show_readmore_title] => 0 [readmore_limit] => 100 [show_tags] => 1 [show_icons] => 1 [show_print_icon] => 1 [show_email_icon] => 1 [show_hits] => 0 [record_hits] => 1 [show_noauth] => 0 [urls_position] => 1 [captcha] => [show_publishing_options] => 1 [show_article_options] => 1 [save_history] => 1 [history_limit] => 10 [show_urls_images_frontend] => 0 [show_urls_images_backend] => 1 [targeta] => 0 [targetb] => 0 [targetc] => 0 [float_intro] => left [float_fulltext] => left [category_layout] => _:blog [show_category_heading_title_text] => 0 [show_category_title] => 0 [show_description] => 0 [show_description_image] => 0 [maxLevel] => 0 [show_empty_categories] => 0 [show_no_articles] => 1 [show_subcat_desc] => 0 [show_cat_num_articles] => 0 [show_cat_tags] => 1 [show_base_description] => 1 [maxLevelcat] => -1 [show_empty_categories_cat] => 0 [show_subcat_desc_cat] => 0 [show_cat_num_articles_cat] => 0 [num_leading_articles] => 0 [num_intro_articles] => 14 [num_columns] => 2 [num_links] => 0 [multi_column_order] => 1 [show_subcategory_content] => -1 [show_pagination_limit] => 1 [filter_field] => hide [show_headings] => 1 [list_show_date] => 0 [date_format] => [list_show_hits] => 1 [list_show_author] => 1 [list_show_votes] => 0 [list_show_ratings] => 0 [orderby_pri] => none [orderby_sec] => rdate [order_date] => published [show_pagination] => 2 [show_pagination_results] => 1 [show_featured] => show [show_feed_link] => 1 [feed_summary] => 0 [feed_show_readmore] => 0 [sef_advanced] => 1 [sef_ids] => 1 [custom_fields_enable] => 1 [show_page_heading] => 0 [layout_type] => blog [menu_text] => 1 [menu_show] => 1 [secure] => 0 [helixultimatemenulayout] => {"width":600,"menualign":"right","megamenu":0,"showtitle":1,"faicon":"","customclass":"","dropdown":"right","badge":"","badge_position":"","badge_bg_color":"","badge_text_color":"","layout":[]} [helixultimate_enable_page_title] => 1 [helixultimate_page_title_alt] => Economia Civile [helixultimate_page_subtitle] => Editoriali Avvenire [helixultimate_page_title_heading] => h2 [page_title] => Editoriali Avvenire [page_description] => [page_rights] => [robots] => [access-view] => 1 ) [initialized:protected] => 1 [separator] => . ) [displayDate] => 2021-12-01 10:54:05 [tags] => Joomla\CMS\Helper\TagsHelper Object ( [tagsChanged:protected] => [replaceTags:protected] => [typeAlias] => [itemTags] => Array ( ) ) [slug] => 19112:monti-di-pieta-il-primato-di-ascoli [parent_slug] => 893:it-editoriali-vari [catslug] => 888:it-varie-editoriali-avvenire [event] => stdClass Object ( [afterDisplayTitle] => [beforeDisplayContent] => [afterDisplayContent] => ) [text] =>

Agorà di Avvenire, recensioni - Torna in libreria un volume del 1942 di don Giuseppe Fabiani che ricostruisce le vicende del primo Monte, nato nel 1458 grazie al francescano Domenico da Leonessa

di Luigino Bruni

pubblicato su Avvenire il 01/12/2021

I Monti di pietà sono una istituzione socio-finanziaria che fa parte dell’eredità civile che l’Umanesimo italiano ha lasciato alla modernità. Un fenomeno che si sviluppò nel seno della trazione francescana nella seconda metà del XV secolo, all’inizio prevalentemente nelle Marche e in Umbria (con penetrazioni in Abruzzo) e poi già a partire dalla fine del Quattrocento in tutto il Centro e il Nord Italia. Storia diversa è quella del Sud, dove si svilupparono in età moderna soprattutto i Monti frumentari.

[jcfields] => Array ( ) [type] => intro [oddeven] => item-even )
Monti di Pietà: il primato di Ascoli

Monti di Pietà: il primato di Ascoli

Agorà di Avvenire, recensioni - Torna in libreria un volume del 1942 di don Giuseppe Fabiani che ricostruisce le vicende del primo Monte, nato nel 1458 grazie al francescano Domenico da Leonessa di Luigino Bruni pubblicato su Avvenire il 01/12/2021 I Monti di pietà sono una istituzione socio-fina...
stdClass Object
(
    [id] => 19047
    [title] => Come beni senz'anima
    [alias] => come-beni-senz-anima
    [introtext] => 

Editoriali - Black friday e religione del consumo

di Luigino Bruni

pubblicato su Avvenire il 26/11/2021

Affinché in una civiltà (in declino) una nuova religione possa subentrare a quella esistente, deve lavorare sulle feste. Occupare e 'ribattezzare' le vecchie feste popolari, lasciare la data e qualche volta il nome e cambiarne il significato – con l’avvento del cristianesimo, il romano Sol invinctus divenne Natale, le Ferie di Augusto (Ferragosto) divennero l’Assunta, il culto dei morti fu Ognissanti… E poi, come secondo atto fondamentale, occorre introdurre nuove feste per celebrare lo specifico del nuovo culto. Il black friday riunisce in sé queste due caratteristiche: è una festa specifica del culto capitalistico-consumista, ma è agganciata ad una festa della religione precedente, il thanksgiving, di cui sta prendendo il posto (il black friday è nato quasi un secolo fa come il giorno dopo il Ringraziamento, ora il Ringraziamento è diventato la vigilia del «venerdì nero»). La religione capitalistica sta dunque facendo col cristianesimo quello che questo aveva fatto in Europa con i culti romani e indigeni.

[fulltext] =>

Prima ha occupato le feste cristiane e ora ne sta introducendo di nuove. Tra queste la più potente è quella che si festeggia oggi in tutto il mondo, in tutte le latitudini, da uomini e donne, bambini e anziani, che oltrepassa le barriere culturali e politiche. La promessa della salvezza eterna del cristianesimo è stata sostituita dallo sconto. Una piccola salvezza, ma molto più a portata di mano e concreta del paradiso e del purgatorio. Salvezza universale per tutti, molto cattolica e poco protestante, perché qui ci si salva solo con le opere, non serve la fede. Quest’anno, poi, il black friday ha introdotto anche la novità dell’avvento (o della quaresima), come si conviene alle grandi feste comandate: due settimane di offerte – si noti la parola religiosa – per prepararsi spiritualmente al grande ultimo venerdì sacro del mese, quando le offerte saranno perfette, e perfetto il culto. E così, dopo due millenni, il post-cristianesimo si ritrova dentro una nuova religione pagana, molto più simile ai culti cananei che alla civiltà del trionfo della ragione illuminista.

Eppure prima Marx, poi Benjamin – entrambi ebrei ed esperti di religione e di idolatria – ci avevano avvisato che la forza del capitalismo si trovava proprio nella sua natura di nuova religione senza metafisica, di religione di puro culto. Ma noi non li abbiamo ascoltati. È stato sufficiente l’arco temporale di una vita (mio padre è nato in un mondo e morirà in un altro) per cancellare dall’anima collettiva occidentale l’eredità classica e cristiana. Tutto quel patrimonio morale, quella cultura nata dall’impasto di etica greco-romana, biblica e cristiana, è stato spazzato via in pochi decenni. La stessa Chiesa, e in generale le grandi religioni, non se ne sono accorte, certamente non se ne sono accorte abbastanza. Hanno profondamente e gravemente sottovalutato quanto stava accadendo nell’anima collettiva dell’Occidente.

continua la lettura su Avvenire

Foto di Karolina Grabowska da Pexels

[checked_out] => 0 [checked_out_time] => 0000-00-00 00:00:00 [catid] => 888 [created] => 2021-11-26 09:21:41 [created_by] => 64 [created_by_alias] => Luigino Bruni [state] => 1 [modified] => 2022-01-28 14:26:20 [modified_by] => 609 [modified_by_name] => Super User [publish_up] => 2021-11-26 09:21:41 [publish_down] => 0000-00-00 00:00:00 [images] => {"image_intro":"","float_intro":"","image_intro_alt":"","image_intro_caption":"","image_fulltext":"","float_fulltext":"","image_fulltext_alt":"","image_fulltext_caption":""} [urls] => {"urla":false,"urlatext":"","targeta":"","urlb":false,"urlbtext":"","targetb":"","urlc":false,"urlctext":"","targetc":""} [attribs] => {"article_layout":"","show_title":"","link_titles":"","show_tags":"","show_intro":"","info_block_position":"","info_block_show_title":"","show_category":"","link_category":"","show_parent_category":"","link_parent_category":"","show_associations":"","show_author":"","link_author":"","show_create_date":"","show_modify_date":"","show_publish_date":"","show_item_navigation":"","show_icons":"","show_print_icon":"","show_email_icon":"","show_vote":"","show_hits":"","show_noauth":"","urls_position":"","alternative_readmore":"","article_page_title":"","show_publishing_options":"","show_article_options":"","show_urls_images_backend":"","show_urls_images_frontend":"","helix_ultimate_image":"images\/2021\/11\/26\/Black_Friday@pexels-karolina-grabowska-5624976.jpg","helix_ultimate_image_alt_txt":"","spfeatured_image":"images\/2021\/11\/26\/Black_Friday@pexels-karolina-grabowska-5624976.jpg","helix_ultimate_article_format":"standard","helix_ultimate_audio":"","helix_ultimate_gallery":"","helix_ultimate_video":"","video":""} [metadata] => {"robots":"","author":"","rights":"","xreference":""} [metakey] => [metadesc] => [access] => 1 [hits] => 2165 [xreference] => [featured] => 1 [language] => it-IT [on_img_default] => [readmore] => 2500 [ordering] => 5 [category_title] => IT - Editoriali Avvenire [category_route] => economia-civile/it-editoriali-vari/it-varie-editoriali-avvenire [category_access] => 1 [category_alias] => it-varie-editoriali-avvenire [published] => 1 [parents_published] => 1 [lft] => 79 [author] => Luigino Bruni [author_email] => ferrucci.anto@gmail.com [parent_title] => IT - Editoriali vari [parent_id] => 893 [parent_route] => economia-civile/it-editoriali-vari [parent_alias] => it-editoriali-vari [rating] => 0 [rating_count] => 0 [alternative_readmore] => [layout] => [params] => Joomla\Registry\Registry Object ( [data:protected] => stdClass Object ( [article_layout] => _:default [show_title] => 1 [link_titles] => 1 [show_intro] => 1 [info_block_position] => 0 [info_block_show_title] => 1 [show_category] => 1 [link_category] => 1 [show_parent_category] => 1 [link_parent_category] => 1 [show_associations] => 0 [flags] => 1 [show_author] => 0 [link_author] => 0 [show_create_date] => 1 [show_modify_date] => 0 [show_publish_date] => 1 [show_item_navigation] => 1 [show_vote] => 0 [show_readmore] => 0 [show_readmore_title] => 0 [readmore_limit] => 100 [show_tags] => 1 [show_icons] => 1 [show_print_icon] => 1 [show_email_icon] => 1 [show_hits] => 0 [record_hits] => 1 [show_noauth] => 0 [urls_position] => 1 [captcha] => [show_publishing_options] => 1 [show_article_options] => 1 [save_history] => 1 [history_limit] => 10 [show_urls_images_frontend] => 0 [show_urls_images_backend] => 1 [targeta] => 0 [targetb] => 0 [targetc] => 0 [float_intro] => left [float_fulltext] => left [category_layout] => _:blog [show_category_heading_title_text] => 0 [show_category_title] => 0 [show_description] => 0 [show_description_image] => 0 [maxLevel] => 0 [show_empty_categories] => 0 [show_no_articles] => 1 [show_subcat_desc] => 0 [show_cat_num_articles] => 0 [show_cat_tags] => 1 [show_base_description] => 1 [maxLevelcat] => -1 [show_empty_categories_cat] => 0 [show_subcat_desc_cat] => 0 [show_cat_num_articles_cat] => 0 [num_leading_articles] => 0 [num_intro_articles] => 14 [num_columns] => 2 [num_links] => 0 [multi_column_order] => 1 [show_subcategory_content] => -1 [show_pagination_limit] => 1 [filter_field] => hide [show_headings] => 1 [list_show_date] => 0 [date_format] => [list_show_hits] => 1 [list_show_author] => 1 [list_show_votes] => 0 [list_show_ratings] => 0 [orderby_pri] => none [orderby_sec] => rdate [order_date] => published [show_pagination] => 2 [show_pagination_results] => 1 [show_featured] => show [show_feed_link] => 1 [feed_summary] => 0 [feed_show_readmore] => 0 [sef_advanced] => 1 [sef_ids] => 1 [custom_fields_enable] => 1 [show_page_heading] => 0 [layout_type] => blog [menu_text] => 1 [menu_show] => 1 [secure] => 0 [helixultimatemenulayout] => {"width":600,"menualign":"right","megamenu":0,"showtitle":1,"faicon":"","customclass":"","dropdown":"right","badge":"","badge_position":"","badge_bg_color":"","badge_text_color":"","layout":[]} [helixultimate_enable_page_title] => 1 [helixultimate_page_title_alt] => Economia Civile [helixultimate_page_subtitle] => Editoriali Avvenire [helixultimate_page_title_heading] => h2 [page_title] => Editoriali Avvenire [page_description] => [page_rights] => [robots] => [access-view] => 1 ) [initialized:protected] => 1 [separator] => . ) [displayDate] => 2021-11-26 09:21:41 [tags] => Joomla\CMS\Helper\TagsHelper Object ( [tagsChanged:protected] => [replaceTags:protected] => [typeAlias] => [itemTags] => Array ( [0] => stdClass Object ( [tag_id] => 13 [id] => 13 [parent_id] => 1 [lft] => 23 [rgt] => 24 [level] => 1 [path] => editoriali-avvenire [title] => Editoriali Avvenire [alias] => editoriali-avvenire [note] => [description] => [published] => 1 [checked_out] => 0 [checked_out_time] => 0000-00-00 00:00:00 [access] => 1 [params] => {"tag_layout":"","tag_link_class":"label label-info"} [metadesc] => [metakey] => [metadata] => {"author":"","robots":""} [created_user_id] => 609 [created_time] => 2020-07-17 04:14:05 [created_by_alias] => [modified_user_id] => 0 [modified_time] => 2020-07-17 04:14:05 [images] => {"image_intro":"","float_intro":"","image_intro_alt":"","image_intro_caption":"","image_fulltext":"","float_fulltext":"","image_fulltext_alt":"","image_fulltext_caption":""} [urls] => {} [hits] => 34803 [language] => * [version] => 1 [publish_up] => 2020-07-17 04:14:05 [publish_down] => 2020-07-17 04:14:05 ) [1] => stdClass Object ( [tag_id] => 65 [id] => 65 [parent_id] => 1 [lft] => 127 [rgt] => 128 [level] => 1 [path] => black-friday [title] => Black Friday [alias] => black-friday [note] => [description] => [published] => 1 [checked_out] => 0 [checked_out_time] => 0000-00-00 00:00:00 [access] => 1 [params] => {} [metadesc] => [metakey] => [metadata] => {} [created_user_id] => 609 [created_time] => 2017-11-24 13:41:58 [created_by_alias] => [modified_user_id] => 0 [modified_time] => 2020-08-10 13:35:27 [images] => {} [urls] => {} [hits] => 4770 [language] => * [version] => 1 [publish_up] => 2017-11-24 13:41:58 [publish_down] => 2017-11-24 13:41:58 ) ) ) [slug] => 19047:come-beni-senz-anima [parent_slug] => 893:it-editoriali-vari [catslug] => 888:it-varie-editoriali-avvenire [event] => stdClass Object ( [afterDisplayTitle] => [beforeDisplayContent] => [afterDisplayContent] => ) [text] =>

Editoriali - Black friday e religione del consumo

di Luigino Bruni

pubblicato su Avvenire il 26/11/2021

Affinché in una civiltà (in declino) una nuova religione possa subentrare a quella esistente, deve lavorare sulle feste. Occupare e 'ribattezzare' le vecchie feste popolari, lasciare la data e qualche volta il nome e cambiarne il significato – con l’avvento del cristianesimo, il romano Sol invinctus divenne Natale, le Ferie di Augusto (Ferragosto) divennero l’Assunta, il culto dei morti fu Ognissanti… E poi, come secondo atto fondamentale, occorre introdurre nuove feste per celebrare lo specifico del nuovo culto. Il black friday riunisce in sé queste due caratteristiche: è una festa specifica del culto capitalistico-consumista, ma è agganciata ad una festa della religione precedente, il thanksgiving, di cui sta prendendo il posto (il black friday è nato quasi un secolo fa come il giorno dopo il Ringraziamento, ora il Ringraziamento è diventato la vigilia del «venerdì nero»). La religione capitalistica sta dunque facendo col cristianesimo quello che questo aveva fatto in Europa con i culti romani e indigeni.

[jcfields] => Array ( ) [type] => intro [oddeven] => item-odd )
Come beni senz'anima

Come beni senz'anima

Editoriali - Black friday e religione del consumo di Luigino Bruni pubblicato su Avvenire il 26/11/2021 Affinché in una civiltà (in declino) una nuova religione possa subentrare a quella esistente, deve lavorare sulle feste. Occupare e 'ribattezzare' le vecchie feste popolari, lasciare la data e ...
stdClass Object
(
    [id] => 19035
    [title] => La società dei consumi ha cancellato i poveri
    [alias] => la-societa-dei-consumi-ha-cancellato-i-poveri
    [introtext] => 

Agorà - Fino al '700 erano al centro della cultura politica, ma il Novecento li ha relegati in secondo piano: il culto del benessere non va d’accordo con l’esibizione della miseria. Torna un saggio di Geremek

di Luigino Bruni

pubblicato su Avvenire il 10/11/2021

«In ogni paese vi è, dove più, dove meno, sempre un dato numero di poveri, e di mendicanti. Se si potessero far entrare nella massa de’ lavoratori e de’ renditori, si farebbero due beni. I. Si accrescerebbe la rendita generale della nazione. II. E si farebbe un gran servizio al buon costume. Perché molti de’ mendicanti sono in grado di lavorare meglio, che ogni altra persona; e la maggior parte, dove non trovano a vivere di limosine, vivono di furto. La massima adunque del minimo possibile degli oziosi, massima fondamentale in economia, deve farvi pensare tutti i politici ».

[fulltext] =>

Con queste parole Antonio Genovesi apriva il capitolo delle sue Lezioni di economia civile dedicato «All’impiego dei poveri e dei vagabondi» (XIII, vol. 1, Napoli, 1765). Una prova che il tema della miseria e la marginalità fosse un problema al centro del dibattito economico e politico del Settecento. Parole analoghe le troviamo in Adam Smith, Thomas R. Malthus, e negli economisti dell’Ottocento per i quali le Poor laws e la questione della povertà occupava un posto centrale – un posto che nel Novecento ha invece perso, quando il centro dell’economia si è spostato sull’individuo consumatore e produttore, lasciando l’analisi delle povertà e della miseria a specialisti di economia dello sviluppo.

Il libro dello storico polacco Bronislaw GeremekLa pietà e la forca. Storia della miseria e della carità in Europa, Laterza, 1986 –, un classico del suo genere, ora ripubblicato nella “Biblioteca Storica Laterza” (pagine 296, euro 20,00). È uno studio essenziale per chi voglia comprendere le radici – e dunque il presente – della cultura della povertà e dell’assistenza dei poveri in Europa. Una autentica miniera, scritto con uno stile avvincente, tipico dei grandi intellettuali e della scuola storica francese di Braudel alla quale Geremek si è formato. Il suo obiettivo è detto chiaramente nelle prime pagine: indagare «le trasformazioni che hanno subito nel corso dei secoli le concezioni della povertà e le reazioni collettive nei suoi confronti».

I primi capitoli del saggio sulle origini bibliche ed evangeliche della visione della povertà-miseria, è forse la parte più debole del libro, poiché è troppo sottolineata la dimensione volontaria della povertà: «La prerogativa principale della povertà è il suo carattere volontario. La povertà di Cristo fu il frutto di una rinuncia volontaria alla condizione divina». È difficile essere d’accordo con una tale tesi. “Beati i poveri” di Gesù, non a caso la prima beatitudine in Matteo e Luca, non è rivolta solo né tantomeno ai poveri volontari: è rivolta a questi (magari i suoi discepoli) ma anche ai poveri-ebasta, che erano beati per la loro condizione oggettiva di poveri. Il voler riservare la beatitudine del vangelo ai poveri volontari significa non cogliere l’essenza della logica del Regno dei cieli, dove i poveri sono di casa non perché diventano poveri, ma perché sono poveri. Nel suo Regno c’è posto per i “poveri-Francesco”, ma anche per i “poveri-Giobbe”, che sono poveri senza volerlo diventare. Importante e molto utile è invece l’analisi dell’evoluzione storica della visione della povertà e della miseria nel Medioevo.

Continua la lettura su Avvenire

 

[checked_out] => 0 [checked_out_time] => 0000-00-00 00:00:00 [catid] => 888 [created] => 2021-11-11 10:17:35 [created_by] => 64 [created_by_alias] => Luigino Bruni [state] => 1 [modified] => 2021-11-15 11:10:02 [modified_by] => 64 [modified_by_name] => Antonella Ferrucci [publish_up] => 2021-11-11 10:17:35 [publish_down] => 0000-00-00 00:00:00 [images] => {"image_intro":"","float_intro":"","image_intro_alt":"","image_intro_caption":"","image_fulltext":"","float_fulltext":"","image_fulltext_alt":"","image_fulltext_caption":""} [urls] => {"urla":false,"urlatext":"","targeta":"","urlb":false,"urlbtext":"","targetb":"","urlc":false,"urlctext":"","targetc":""} [attribs] => {"article_layout":"","show_title":"","link_titles":"","show_tags":"","show_intro":"","info_block_position":"","info_block_show_title":"","show_category":"","link_category":"","show_parent_category":"","link_parent_category":"","show_associations":"","show_author":"","link_author":"","show_create_date":"","show_modify_date":"","show_publish_date":"","show_item_navigation":"","show_icons":"","show_print_icon":"","show_email_icon":"","show_vote":"","show_hits":"","show_noauth":"","urls_position":"","alternative_readmore":"","article_page_title":"","show_publishing_options":"","show_article_options":"","show_urls_images_backend":"","show_urls_images_frontend":"","helix_ultimate_image":"images\/2021\/11\/11\/Contadini_medioevo@Avvenire_ant.jpg","helix_ultimate_image_alt_txt":"","spfeatured_image":"","helix_ultimate_article_format":"standard","helix_ultimate_audio":"","helix_ultimate_gallery":"","helix_ultimate_video":"","video":""} [metadata] => {"robots":"","author":"","rights":"","xreference":""} [metakey] => [metadesc] => [access] => 1 [hits] => 1524 [xreference] => [featured] => 1 [language] => it-IT [on_img_default] => [readmore] => 2971 [ordering] => 4 [category_title] => IT - Editoriali Avvenire [category_route] => economia-civile/it-editoriali-vari/it-varie-editoriali-avvenire [category_access] => 1 [category_alias] => it-varie-editoriali-avvenire [published] => 1 [parents_published] => 1 [lft] => 79 [author] => Luigino Bruni [author_email] => ferrucci.anto@gmail.com [parent_title] => IT - Editoriali vari [parent_id] => 893 [parent_route] => economia-civile/it-editoriali-vari [parent_alias] => it-editoriali-vari [rating] => 0 [rating_count] => 0 [alternative_readmore] => [layout] => [params] => Joomla\Registry\Registry Object ( [data:protected] => stdClass Object ( [article_layout] => _:default [show_title] => 1 [link_titles] => 1 [show_intro] => 1 [info_block_position] => 0 [info_block_show_title] => 1 [show_category] => 1 [link_category] => 1 [show_parent_category] => 1 [link_parent_category] => 1 [show_associations] => 0 [flags] => 1 [show_author] => 0 [link_author] => 0 [show_create_date] => 1 [show_modify_date] => 0 [show_publish_date] => 1 [show_item_navigation] => 1 [show_vote] => 0 [show_readmore] => 0 [show_readmore_title] => 0 [readmore_limit] => 100 [show_tags] => 1 [show_icons] => 1 [show_print_icon] => 1 [show_email_icon] => 1 [show_hits] => 0 [record_hits] => 1 [show_noauth] => 0 [urls_position] => 1 [captcha] => [show_publishing_options] => 1 [show_article_options] => 1 [save_history] => 1 [history_limit] => 10 [show_urls_images_frontend] => 0 [show_urls_images_backend] => 1 [targeta] => 0 [targetb] => 0 [targetc] => 0 [float_intro] => left [float_fulltext] => left [category_layout] => _:blog [show_category_heading_title_text] => 0 [show_category_title] => 0 [show_description] => 0 [show_description_image] => 0 [maxLevel] => 0 [show_empty_categories] => 0 [show_no_articles] => 1 [show_subcat_desc] => 0 [show_cat_num_articles] => 0 [show_cat_tags] => 1 [show_base_description] => 1 [maxLevelcat] => -1 [show_empty_categories_cat] => 0 [show_subcat_desc_cat] => 0 [show_cat_num_articles_cat] => 0 [num_leading_articles] => 0 [num_intro_articles] => 14 [num_columns] => 2 [num_links] => 0 [multi_column_order] => 1 [show_subcategory_content] => -1 [show_pagination_limit] => 1 [filter_field] => hide [show_headings] => 1 [list_show_date] => 0 [date_format] => [list_show_hits] => 1 [list_show_author] => 1 [list_show_votes] => 0 [list_show_ratings] => 0 [orderby_pri] => none [orderby_sec] => rdate [order_date] => published [show_pagination] => 2 [show_pagination_results] => 1 [show_featured] => show [show_feed_link] => 1 [feed_summary] => 0 [feed_show_readmore] => 0 [sef_advanced] => 1 [sef_ids] => 1 [custom_fields_enable] => 1 [show_page_heading] => 0 [layout_type] => blog [menu_text] => 1 [menu_show] => 1 [secure] => 0 [helixultimatemenulayout] => {"width":600,"menualign":"right","megamenu":0,"showtitle":1,"faicon":"","customclass":"","dropdown":"right","badge":"","badge_position":"","badge_bg_color":"","badge_text_color":"","layout":[]} [helixultimate_enable_page_title] => 1 [helixultimate_page_title_alt] => Economia Civile [helixultimate_page_subtitle] => Editoriali Avvenire [helixultimate_page_title_heading] => h2 [page_title] => Editoriali Avvenire [page_description] => [page_rights] => [robots] => [access-view] => 1 ) [initialized:protected] => 1 [separator] => . ) [displayDate] => 2021-11-11 10:17:35 [tags] => Joomla\CMS\Helper\TagsHelper Object ( [tagsChanged:protected] => [replaceTags:protected] => [typeAlias] => [itemTags] => Array ( [0] => stdClass Object ( [tag_id] => 36 [id] => 36 [parent_id] => 1 [lft] => 69 [rgt] => 70 [level] => 1 [path] => poverta [title] => Povertà [alias] => poverta [note] => [description] => [published] => 1 [checked_out] => 0 [checked_out_time] => 0000-00-00 00:00:00 [access] => 1 [params] => {} [metadesc] => [metakey] => [metadata] => {} [created_user_id] => 609 [created_time] => 2019-04-30 06:49:16 [created_by_alias] => [modified_user_id] => 0 [modified_time] => 2020-08-10 04:38:16 [images] => {} [urls] => {} [hits] => 4662 [language] => * [version] => 1 [publish_up] => 2019-04-30 06:49:16 [publish_down] => 2019-04-30 06:49:16 ) [1] => stdClass Object ( [tag_id] => 142 [id] => 142 [parent_id] => 1 [lft] => 281 [rgt] => 282 [level] => 1 [path] => bronislaw-geremek [title] => Bronislaw Geremek [alias] => bronislaw-geremek [note] => [description] => [published] => 1 [checked_out] => 0 [checked_out_time] => 2021-11-11 10:17:35 [access] => 1 [params] => {} [metadesc] => [metakey] => [metadata] => {} [created_user_id] => 64 [created_time] => 2021-11-11 10:17:35 [created_by_alias] => [modified_user_id] => 0 [modified_time] => 2021-11-11 10:17:35 [images] => {} [urls] => {} [hits] => 2977 [language] => * [version] => 1 [publish_up] => 2021-11-11 10:17:35 [publish_down] => 2021-11-11 10:17:35 ) ) ) [slug] => 19035:la-societa-dei-consumi-ha-cancellato-i-poveri [parent_slug] => 893:it-editoriali-vari [catslug] => 888:it-varie-editoriali-avvenire [event] => stdClass Object ( [afterDisplayTitle] => [beforeDisplayContent] => [afterDisplayContent] => ) [text] =>

Agorà - Fino al '700 erano al centro della cultura politica, ma il Novecento li ha relegati in secondo piano: il culto del benessere non va d’accordo con l’esibizione della miseria. Torna un saggio di Geremek

di Luigino Bruni

pubblicato su Avvenire il 10/11/2021

«In ogni paese vi è, dove più, dove meno, sempre un dato numero di poveri, e di mendicanti. Se si potessero far entrare nella massa de’ lavoratori e de’ renditori, si farebbero due beni. I. Si accrescerebbe la rendita generale della nazione. II. E si farebbe un gran servizio al buon costume. Perché molti de’ mendicanti sono in grado di lavorare meglio, che ogni altra persona; e la maggior parte, dove non trovano a vivere di limosine, vivono di furto. La massima adunque del minimo possibile degli oziosi, massima fondamentale in economia, deve farvi pensare tutti i politici ».

[jcfields] => Array ( ) [type] => intro [oddeven] => item-even )
La società dei consumi ha cancellato i poveri

La società dei consumi ha cancellato i poveri

Agorà - Fino al '700 erano al centro della cultura politica, ma il Novecento li ha relegati in secondo piano: il culto del benessere non va d’accordo con l’esibizione della miseria. Torna un saggio di Geremek di Luigino Bruni pubblicato su Avvenire il 10/11/2021 «In ogni paese vi è, dove più, dov...
stdClass Object
(
    [id] => 18978
    [title] => Gerusalemme: dentro il tempio violato c'è il mistero di Israele
    [alias] => gerusalemme-dentro-il-tempio-violato-c-e-il-mistero-di-israele
    [introtext] => 

Due saggi di Canfora e Liverani portano l’attenzione sulle vicende di perdita, ricostruzione e di nuovo perdita dell'edificio: costituiscono il “luogo” della presa di coscienza del popolo giudaico

di Luigino Bruni

pubblicato su Agorà di Avvenire il 25/08/2021

Il tempio di Gerusalemme è uno dei protagonisti della Bibbia. Il primo tempio, quello di Salomone, il secondo, quello ricostruito dopo il ritorno da Babilonia e distrutto da Tito nel 70 d.C., e il “tempio” durante l’esilio, quando non c’era più. Accompagna tutta la storia della salvezza, Antico e Nuovo Testamento. Molte delle cose più importanti il tempio le ha dette durante e dopo le sue distruzioni e profanazioni. I libri di Luciano Canfora, Il tesoro degli ebrei: Roma e Gerusalemme( Laterza, pagine 304, euro 22,00), e quello di Mario Liverani, Oriente e Occidente (Laterza, 2021), sebbene molto diversi tra loro, hanno nel tempio di Gerusalemme un importante punto di contatto.

[fulltext] =>

Il centro del saggio di Canfora è una puntuale indagine storico-filologica attorno all’occupazione romana del tempio di Gerusalemme, avvenuta per mano di Gneo Pompeo nel 63 a.C. Noto è il racconto di Tacito: «Tra i Romani, Gneo Pompeo fu il primo a sconfiggere i Giudei e a entrare nel loro tempio col diritto del vincitore: da ciò si seppe che dentro non vi era nessuna immagine di divinità: la sede era vuota e vuoti i loro misteri» (Historiae, V, 9). Dunque “la sede era vacante”. Stesso concetto ribadito da Dione Cassio, nella sua Storia Romana (XXXVII): «Gli ebrei non avevano nessuna statua nel tempio in Gerusalemme; e poiché sono i più superstiziosi tra gli uomini ritengono che il Dio debba essere indicibile e non rappresentabile. Il tempio innalzato in onore di un tale Dio era grandissimo e veramente splendido». Questo vuoto, che Tacito e Dione non capiscono e riferiscono con un certo malcelato sarcasmo, continua a essere il vuoto più pieno della storia delle religioni.

Gli ebrei hanno saputo custodire per circa mille anni un tempio vuoto, e con esso un’immagine di Dio senza immagini, un Dio più alto di ogni costruzione umana. Da Canfora apprendiamo che l’antisemitismo a Roma era precedente ai cristiani: «Quella gente [gli ebrei] aborrisce lo splendore del nostro impero, la gravitas del nostro nome, le usanze e le leggi dei nostri avi» (Cicerone, Pro Flacco). La loro religione senza statue era sinonimo di senza Dio. Per Filostrato: «Gli ebrei non si sono ribellati soltanto ai romani ma all’intero genere umano». Nel 139 a.C. furono cacciati da Roma con l’accusa, assurda, che fossero adoratori del dio Giove Sabazio (o Bacco-Dioniso). E lo stesso Tacito riporta la diceria che nel segreto del loro tempio gli ebrei adorassero una testa d’asino.

Continua la lettura su Avvenire

[checked_out] => 0 [checked_out_time] => 0000-00-00 00:00:00 [catid] => 888 [created] => 2021-08-26 06:35:14 [created_by] => 64 [created_by_alias] => Luigino Bruni [state] => 1 [modified] => 2021-08-26 06:50:05 [modified_by] => 64 [modified_by_name] => Antonella Ferrucci [publish_up] => 2021-08-26 06:35:14 [publish_down] => 0000-00-00 00:00:00 [images] => {"image_intro":"","float_intro":"","image_intro_alt":"","image_intro_caption":"","image_fulltext":"","float_fulltext":"","image_fulltext_alt":"","image_fulltext_caption":""} [urls] => {"urla":false,"urlatext":"","targeta":"","urlb":false,"urlbtext":"","targetb":"","urlc":false,"urlctext":"","targetc":""} [attribs] => {"article_layout":"","show_title":"","link_titles":"","show_tags":"","show_intro":"","info_block_position":"","info_block_show_title":"","show_category":"","link_category":"","show_parent_category":"","link_parent_category":"","show_associations":"","show_author":"","link_author":"","show_create_date":"","show_modify_date":"","show_publish_date":"","show_item_navigation":"","show_icons":"","show_print_icon":"","show_email_icon":"","show_vote":"","show_hits":"","show_noauth":"","urls_position":"","alternative_readmore":"","article_page_title":"","show_publishing_options":"","show_article_options":"","show_urls_images_backend":"","show_urls_images_frontend":"","helix_ultimate_image":"images\/2021\/08\/26\/Tempio_Gerusalemme@wikicommons_ant_500.jpg","helix_ultimate_image_alt_txt":"","spfeatured_image":"images\/2021\/08\/26\/Tempio_Gerusalemme@wikicommons_ant.jpg","helix_ultimate_article_format":"standard","helix_ultimate_audio":"","helix_ultimate_gallery":"","helix_ultimate_video":"","video":""} [metadata] => {"robots":"","author":"","rights":"","xreference":""} [metakey] => [metadesc] => [access] => 1 [hits] => 1054 [xreference] => [featured] => 1 [language] => it-IT [on_img_default] => [readmore] => 2068 [ordering] => 19 [category_title] => IT - Editoriali Avvenire [category_route] => economia-civile/it-editoriali-vari/it-varie-editoriali-avvenire [category_access] => 1 [category_alias] => it-varie-editoriali-avvenire [published] => 1 [parents_published] => 1 [lft] => 79 [author] => Luigino Bruni [author_email] => ferrucci.anto@gmail.com [parent_title] => IT - Editoriali vari [parent_id] => 893 [parent_route] => economia-civile/it-editoriali-vari [parent_alias] => it-editoriali-vari [rating] => 0 [rating_count] => 0 [alternative_readmore] => [layout] => [params] => Joomla\Registry\Registry Object ( [data:protected] => stdClass Object ( [article_layout] => _:default [show_title] => 1 [link_titles] => 1 [show_intro] => 1 [info_block_position] => 0 [info_block_show_title] => 1 [show_category] => 1 [link_category] => 1 [show_parent_category] => 1 [link_parent_category] => 1 [show_associations] => 0 [flags] => 1 [show_author] => 0 [link_author] => 0 [show_create_date] => 1 [show_modify_date] => 0 [show_publish_date] => 1 [show_item_navigation] => 1 [show_vote] => 0 [show_readmore] => 0 [show_readmore_title] => 0 [readmore_limit] => 100 [show_tags] => 1 [show_icons] => 1 [show_print_icon] => 1 [show_email_icon] => 1 [show_hits] => 0 [record_hits] => 1 [show_noauth] => 0 [urls_position] => 1 [captcha] => [show_publishing_options] => 1 [show_article_options] => 1 [save_history] => 1 [history_limit] => 10 [show_urls_images_frontend] => 0 [show_urls_images_backend] => 1 [targeta] => 0 [targetb] => 0 [targetc] => 0 [float_intro] => left [float_fulltext] => left [category_layout] => _:blog [show_category_heading_title_text] => 0 [show_category_title] => 0 [show_description] => 0 [show_description_image] => 0 [maxLevel] => 0 [show_empty_categories] => 0 [show_no_articles] => 1 [show_subcat_desc] => 0 [show_cat_num_articles] => 0 [show_cat_tags] => 1 [show_base_description] => 1 [maxLevelcat] => -1 [show_empty_categories_cat] => 0 [show_subcat_desc_cat] => 0 [show_cat_num_articles_cat] => 0 [num_leading_articles] => 0 [num_intro_articles] => 14 [num_columns] => 2 [num_links] => 0 [multi_column_order] => 1 [show_subcategory_content] => -1 [show_pagination_limit] => 1 [filter_field] => hide [show_headings] => 1 [list_show_date] => 0 [date_format] => [list_show_hits] => 1 [list_show_author] => 1 [list_show_votes] => 0 [list_show_ratings] => 0 [orderby_pri] => none [orderby_sec] => rdate [order_date] => published [show_pagination] => 2 [show_pagination_results] => 1 [show_featured] => show [show_feed_link] => 1 [feed_summary] => 0 [feed_show_readmore] => 0 [sef_advanced] => 1 [sef_ids] => 1 [custom_fields_enable] => 1 [show_page_heading] => 0 [layout_type] => blog [menu_text] => 1 [menu_show] => 1 [secure] => 0 [helixultimatemenulayout] => {"width":600,"menualign":"right","megamenu":0,"showtitle":1,"faicon":"","customclass":"","dropdown":"right","badge":"","badge_position":"","badge_bg_color":"","badge_text_color":"","layout":[]} [helixultimate_enable_page_title] => 1 [helixultimate_page_title_alt] => Economia Civile [helixultimate_page_subtitle] => Editoriali Avvenire [helixultimate_page_title_heading] => h2 [page_title] => Editoriali Avvenire [page_description] => [page_rights] => [robots] => [access-view] => 1 ) [initialized:protected] => 1 [separator] => . ) [displayDate] => 2021-08-26 06:35:14 [tags] => Joomla\CMS\Helper\TagsHelper Object ( [tagsChanged:protected] => [replaceTags:protected] => [typeAlias] => [itemTags] => Array ( ) ) [slug] => 18978:gerusalemme-dentro-il-tempio-violato-c-e-il-mistero-di-israele [parent_slug] => 893:it-editoriali-vari [catslug] => 888:it-varie-editoriali-avvenire [event] => stdClass Object ( [afterDisplayTitle] => [beforeDisplayContent] => [afterDisplayContent] => ) [text] =>

Due saggi di Canfora e Liverani portano l’attenzione sulle vicende di perdita, ricostruzione e di nuovo perdita dell'edificio: costituiscono il “luogo” della presa di coscienza del popolo giudaico

di Luigino Bruni

pubblicato su Agorà di Avvenire il 25/08/2021

Il tempio di Gerusalemme è uno dei protagonisti della Bibbia. Il primo tempio, quello di Salomone, il secondo, quello ricostruito dopo il ritorno da Babilonia e distrutto da Tito nel 70 d.C., e il “tempio” durante l’esilio, quando non c’era più. Accompagna tutta la storia della salvezza, Antico e Nuovo Testamento. Molte delle cose più importanti il tempio le ha dette durante e dopo le sue distruzioni e profanazioni. I libri di Luciano Canfora, Il tesoro degli ebrei: Roma e Gerusalemme( Laterza, pagine 304, euro 22,00), e quello di Mario Liverani, Oriente e Occidente (Laterza, 2021), sebbene molto diversi tra loro, hanno nel tempio di Gerusalemme un importante punto di contatto.

[jcfields] => Array ( ) [type] => intro [oddeven] => item-odd )
Gerusalemme: dentro il tempio violato c'è il mistero di Israele

Gerusalemme: dentro il tempio violato c'è il mistero di Israele

Due saggi di Canfora e Liverani portano l’attenzione sulle vicende di perdita, ricostruzione e di nuovo perdita dell'edificio: costituiscono il “luogo” della presa di coscienza del popolo giudaico di Luigino Bruni pubblicato su Agorà di Avvenire il 25/08/2021 Il tempio di Gerusalemme è uno dei pr...
stdClass Object
(
    [id] => 18969
    [title] => Donne, Olimpiadi e giuste virtù civili. Segnali deboli (e scomodi)
    [alias] => donne-olimpiadi-e-giuste-virtu-civili-segnali-deboli-e-scomodi
    [introtext] => 

Commenti - Tokio 2020

di Luigino Bruni

pubblicato su Avvenire il 31/07/2021

Dal cuore del grande spettacolo delle Olimpiadi stanno emergendo alcuni segnali deboli eppure importanti, provenienti soprattutto dalle atlete. La crisi di Simone Biles, le tute integrali delle ginnaste tedesche per protestare contro la sessualizzazione del corpo femminile, che fanno seguito alla multa nei recenti campionati europei delle giocatrici norvegesi di pallamano da spiaggia per aver indossato pantaloncini al posto dei bikini, sono tutti fatti da prendere molto sul serio.

[fulltext] =>

È innegabile che le Olimpiadi, e in generale il mondo dello sport, sia pensato da maschi per maschi. Le donne sono state ospitate e si sono adattate. Se si eccettuano la ginnastica, il nuoto sincronizzato e pochissimo altro, le gare femminili sono repliche di quelle maschili, eseguite con una efficienza quantitativa inferiore del 10-15%. Fanno tutti e tutte le stesse cose, ma le donne le fanno un po’ più piano, con ostacoli più bassi, saltano e sollevano un po’ meno, lanciano sfere metalliche e giavellotti meno pesanti. La competizione, l’anima dello sport, è disegnata sul paradigma maschile, come se il competere fosse vissuto allo stesso modo dai maschi e dalle femmine.

Nelle Olimpiadi, nonostante l’auspicio fondativo di De Coubertin, la dimensione competitiva e posizionale è esasperata. Basti pensare alla logica del medagliere. Ha un ordine assolutamente lessicografico: una nazione può vincere cento medaglie, ma se ha vinto solo argento e bronzo sarà sempre dietro ad un’altra che ha vinto una sola medaglia ma d’oro. Una misurazione analoga alla dittatura del Pil (tra l’altro, le prime venti nazioni del medagliere non differiscono molto dal G20).

Dalla ricerca sappiamo che le donne, in media, hanno un rapporto diverso con la competizione. Alcuni esperimenti hanno mostrato che quando per accedere a un livello più alto di remunerazione occorre passare attraverso un torneo, le donne molto più degli uomini rinunciano a quell’aumento di stipendio (Vittorio Pelligra, "L’economia alle prese con la questione di genere", Lavoce.info). Le donne mostrano una maggiore avversione per il rischio, e, soprattutto, una maggiore avversione per la diseguaglianza, che le portano a preferire assetti più simmetrici ("Gender differences in social risk taking", Journal of Economic Psychology). Le ragazze poi tendono più dei ragazzi a empatizzare con i non-vincenti, a preferire l’allineamento delle emozioni con le altre atlete, sono più sensibili alle lacrime di chi perde. Sarà cultura, sarà natura, ma i dati dicono questo. L’esperienza soggettiva del gareggiare e del competere non può essere la stessa, non è la stessa.

Continua la lettura su Avvenire

 

[checked_out] => 0 [checked_out_time] => 0000-00-00 00:00:00 [catid] => 888 [created] => 2021-07-31 20:16:18 [created_by] => 64 [created_by_alias] => Luigino Bruni [state] => 1 [modified] => 2021-08-01 13:20:13 [modified_by] => 0 [modified_by_name] => [publish_up] => 2021-07-31 20:16:18 [publish_down] => 0000-00-00 00:00:00 [images] => {"image_intro":"","image_sp_full":"images\/2021\/07\/31\/Margherite@AnFerrucci_ant.jpg","image_sp_thumb":"images\/2021\/07\/31\/Margherite@AnFerrucci_ant_thumbnail.jpg","image_sp_medium":"images\/2021\/07\/31\/Margherite@AnFerrucci_ant_medium.jpg","image_sp_large":"images\/2021\/07\/31\/Margherite@AnFerrucci_ant_large.jpg","float_intro":"","image_intro_alt":"","image_intro_caption":"","image_fulltext":"","float_fulltext":"","image_fulltext_alt":"","image_fulltext_caption":""} [urls] => {"urla":false,"urlatext":"","targeta":"","urlb":false,"urlbtext":"","targetb":"","urlc":false,"urlctext":"","targetc":""} [attribs] => {"article_layout":"","show_title":"","link_titles":"","show_tags":"","show_intro":"","info_block_position":"","info_block_show_title":"","show_category":"","link_category":"","show_parent_category":"","link_parent_category":"","show_associations":"","show_author":"","link_author":"","show_create_date":"","show_modify_date":"","show_publish_date":"","show_item_navigation":"","show_icons":"","show_print_icon":"","show_email_icon":"","show_vote":"","show_hits":"","show_noauth":"","urls_position":"","alternative_readmore":"","article_page_title":"","show_publishing_options":"","show_article_options":"","show_urls_images_backend":"","show_urls_images_frontend":"","spfeatured_image":"images\/2021\/07\/31\/Margherite@AnFerrucci_ant.jpg","spfeatured_image_alt":"","post_format":"standard","gallery":"","audio":"","video":"","helix_ultimate_video":"","helix_ultimate_article_format":"standard","helix_ultimate_image":"images\/2021\/07\/31\/Margherite@AnFerrucci_ant.jpg","link_title":"","link_url":"","quote_text":"","quote_author":"","post_status":""} [metadata] => {"robots":"","author":"","rights":"","xreference":""} [metakey] => [metadesc] => [access] => 1 [hits] => 1128 [xreference] => [featured] => 1 [language] => it-IT [on_img_default] => [readmore] => 2391 [ordering] => 18 [category_title] => IT - Editoriali Avvenire [category_route] => economia-civile/it-editoriali-vari/it-varie-editoriali-avvenire [category_access] => 1 [category_alias] => it-varie-editoriali-avvenire [published] => 1 [parents_published] => 1 [lft] => 79 [author] => Luigino Bruni [author_email] => ferrucci.anto@gmail.com [parent_title] => IT - Editoriali vari [parent_id] => 893 [parent_route] => economia-civile/it-editoriali-vari [parent_alias] => it-editoriali-vari [rating] => 0 [rating_count] => 0 [alternative_readmore] => [layout] => [params] => Joomla\Registry\Registry Object ( [data:protected] => stdClass Object ( [article_layout] => _:default [show_title] => 1 [link_titles] => 1 [show_intro] => 1 [info_block_position] => 0 [info_block_show_title] => 1 [show_category] => 1 [link_category] => 1 [show_parent_category] => 1 [link_parent_category] => 1 [show_associations] => 0 [flags] => 1 [show_author] => 0 [link_author] => 0 [show_create_date] => 1 [show_modify_date] => 0 [show_publish_date] => 1 [show_item_navigation] => 1 [show_vote] => 0 [show_readmore] => 0 [show_readmore_title] => 0 [readmore_limit] => 100 [show_tags] => 1 [show_icons] => 1 [show_print_icon] => 1 [show_email_icon] => 1 [show_hits] => 0 [record_hits] => 1 [show_noauth] => 0 [urls_position] => 1 [captcha] => [show_publishing_options] => 1 [show_article_options] => 1 [save_history] => 1 [history_limit] => 10 [show_urls_images_frontend] => 0 [show_urls_images_backend] => 1 [targeta] => 0 [targetb] => 0 [targetc] => 0 [float_intro] => left [float_fulltext] => left [category_layout] => _:blog [show_category_heading_title_text] => 0 [show_category_title] => 0 [show_description] => 0 [show_description_image] => 0 [maxLevel] => 0 [show_empty_categories] => 0 [show_no_articles] => 1 [show_subcat_desc] => 0 [show_cat_num_articles] => 0 [show_cat_tags] => 1 [show_base_description] => 1 [maxLevelcat] => -1 [show_empty_categories_cat] => 0 [show_subcat_desc_cat] => 0 [show_cat_num_articles_cat] => 0 [num_leading_articles] => 0 [num_intro_articles] => 14 [num_columns] => 2 [num_links] => 0 [multi_column_order] => 1 [show_subcategory_content] => -1 [show_pagination_limit] => 1 [filter_field] => hide [show_headings] => 1 [list_show_date] => 0 [date_format] => [list_show_hits] => 1 [list_show_author] => 1 [list_show_votes] => 0 [list_show_ratings] => 0 [orderby_pri] => none [orderby_sec] => rdate [order_date] => published [show_pagination] => 2 [show_pagination_results] => 1 [show_featured] => show [show_feed_link] => 1 [feed_summary] => 0 [feed_show_readmore] => 0 [sef_advanced] => 1 [sef_ids] => 1 [custom_fields_enable] => 1 [show_page_heading] => 0 [layout_type] => blog [menu_text] => 1 [menu_show] => 1 [secure] => 0 [helixultimatemenulayout] => {"width":600,"menualign":"right","megamenu":0,"showtitle":1,"faicon":"","customclass":"","dropdown":"right","badge":"","badge_position":"","badge_bg_color":"","badge_text_color":"","layout":[]} [helixultimate_enable_page_title] => 1 [helixultimate_page_title_alt] => Economia Civile [helixultimate_page_subtitle] => Editoriali Avvenire [helixultimate_page_title_heading] => h2 [page_title] => Editoriali Avvenire [page_description] => [page_rights] => [robots] => [access-view] => 1 ) [initialized:protected] => 1 [separator] => . ) [displayDate] => 2021-07-31 20:16:18 [tags] => Joomla\CMS\Helper\TagsHelper Object ( [tagsChanged:protected] => [replaceTags:protected] => [typeAlias] => [itemTags] => Array ( ) ) [slug] => 18969:donne-olimpiadi-e-giuste-virtu-civili-segnali-deboli-e-scomodi [parent_slug] => 893:it-editoriali-vari [catslug] => 888:it-varie-editoriali-avvenire [event] => stdClass Object ( [afterDisplayTitle] => [beforeDisplayContent] => [afterDisplayContent] => ) [text] =>

Commenti - Tokio 2020

di Luigino Bruni

pubblicato su Avvenire il 31/07/2021

Dal cuore del grande spettacolo delle Olimpiadi stanno emergendo alcuni segnali deboli eppure importanti, provenienti soprattutto dalle atlete. La crisi di Simone Biles, le tute integrali delle ginnaste tedesche per protestare contro la sessualizzazione del corpo femminile, che fanno seguito alla multa nei recenti campionati europei delle giocatrici norvegesi di pallamano da spiaggia per aver indossato pantaloncini al posto dei bikini, sono tutti fatti da prendere molto sul serio.

[jcfields] => Array ( ) [type] => intro [oddeven] => item-even )
Donne, Olimpiadi e giuste virtù civili. Segnali deboli (e scomodi)

Donne, Olimpiadi e giuste virtù civili. Segnali deboli (e scomodi)

Commenti - Tokio 2020 di Luigino Bruni pubblicato su Avvenire il 31/07/2021 Dal cuore del grande spettacolo delle Olimpiadi stanno emergendo alcuni segnali deboli eppure importanti, provenienti soprattutto dalle atlete. La crisi di Simone Biles, le tute integrali delle ginnaste tedesche per protesta...
stdClass Object
(
    [id] => 18915
    [title] => Neoliberismo, quali basi per la critica?
    [alias] => neoliberismo-quali-basi-per-la-critica
    [introtext] => 

Recensioni - Nel suo ultimo saggio Mauro Gallegati attacca quello che ritiene essere il pensiero economico dominante, ma senza definirlo né tener conto di tante acquisizioni da parte della disciplina

di Luigino Bruni

pubblicato su Agorà di Avvenire il 08/06/2021

Il cosiddetto Vangelo di Marcione, andato smarrito, è stato recentemente ricostruito quasi interamente sulla base delle citazioni del suo testo che si trovano nei libri degli autori che lo hanno duramente criticato nei primi secoli cristiani. Autore fortunato, Marcione, “salvato” dai suoi molti critici. Un’operazione analoga non la si potrebbe fare con il capitalismo. Se, infatti, qualche storico futuro volesse capire che cosa fosse il capitalismo sulla base dei soli testi dei suoi molti critici, farebbe una gran fatica; e se riuscisse a mettere assieme le citazioni dei suoi detrattori ne uscirebbe un ritratto molto diverso dalla persona ritratta, perché spesso i critici hanno prima creato un capitalismo-fantoccio e poi hanno avuto gioco facile nel criticarlo.

[fulltext] =>

Qualcosa di analogo è l’operazione fatta da Mauro Gallegati nel suo ultimo saggio rispetto al neoliberismo e al mercato. Il mercato rende liberi. E altre bugie del neoliberismo (Luiss University Press, pagine 126, euro 16,00). Un saggio vivace, brillante, a tratti spiritoso, con alcune belle pagine; ma se un lettore volesse capire perché il mercato non rende liberi, giunto alla fine del libro resterebbe frustrato. Gallegati non sembra proporre un mondo ipoteticamente più libero perché senza mercati, né ci spiega perché l’esistenza dei mercati ridurrebbe la nostra libertà (una tesi veramente ardua da dimostrare, che neanche i più severi critici dell’economia di mercato hanno tentato). Anzi, di mercati non si parla proprio, né di quelli reali né della teoria economica contemporanea dei mercati e del mercato.

Inoltre, il famigerato neoliberismo è una sorta di animale mitologico, di cui molti parlano nelle fiabe ma nessuno ha mai visto. Infatti, pur essendo il protagonista del saggio di Gallegati, nel libro non troviamo nessuna definizione di neoliberismo (né del liberismo tout court), che viene assunto come un concetto primitivo non meritevole di definizione in quanto, per l’autore, ovvio ed auto-evidente. E invece, purtroppo, non è così. Forse una specie di proto-definizione la potremmo trovare nell’introduzione: «L’economia neo-liberista ha, in una delle sue forme più estreme, una raccomandazione di politica economica assai semplice: lasciar fare al mercato e che lo Stato si occupi dei più fragilicome scriveva Marshall, di “orfani e vedove”».

Non stupisce che Gallegati per definire il neoliberismo citi anche A. Marshall, un autore di fine Ottocento, che di “neo” ha davvero poco. Una tale definizione poteva averla scritta F. Bastiat, a metà Ottocento, o magari D. Ricardo nel 1815, e quindi la scuola di Manchester. Dove sia il “neo” di questo liberismo è davvero difficile da dire. Se poi prendiamo questa definizione per buona e andiamo a guardare come funziona davvero la politica economica della Germania, della Francia, del Giappone, della Ue, per non parlare della Cina, ci accorgiamo che di questi popoli che lasciano tutti ai mercati tranne le vedove e gli orfani non ce n’è neppure l’ombra.

continua la lettura su Avvenire

[checked_out] => 0 [checked_out_time] => 0000-00-00 00:00:00 [catid] => 888 [created] => 2021-06-09 08:03:21 [created_by] => 64 [created_by_alias] => Luigino Bruni [state] => 1 [modified] => 2023-04-12 22:46:05 [modified_by] => 64 [modified_by_name] => Antonella Ferrucci [publish_up] => 2021-06-09 08:03:21 [publish_down] => 0000-00-00 00:00:00 [images] => {"image_intro":"","float_intro":"","image_intro_alt":"","image_intro_caption":"","image_fulltext":"","float_fulltext":"","image_fulltext_alt":"","image_fulltext_caption":""} [urls] => {"urla":false,"urlatext":"","targeta":"","urlb":false,"urlbtext":"","targetb":"","urlc":false,"urlctext":"","targetc":""} [attribs] => {"article_layout":"","show_title":"","link_titles":"","show_tags":"","show_intro":"","info_block_position":"","info_block_show_title":"","show_category":"","link_category":"","show_parent_category":"","link_parent_category":"","show_associations":"","show_author":"","link_author":"","show_create_date":"","show_modify_date":"","show_publish_date":"","show_item_navigation":"","show_icons":"","show_print_icon":"","show_email_icon":"","show_vote":"","show_hits":"","show_noauth":"","urls_position":"","alternative_readmore":"","article_page_title":"","show_publishing_options":"","show_article_options":"","show_urls_images_backend":"","show_urls_images_frontend":"","helix_ultimate_image":"","helix_ultimate_image_alt_txt":"","spfeatured_image":"","helix_ultimate_article_format":"standard","helix_ultimate_audio":"","helix_ultimate_gallery":"","helix_ultimate_video":"","video":""} [metadata] => {"robots":"","author":"","rights":"","xreference":""} [metakey] => [metadesc] => [access] => 1 [hits] => 1166 [xreference] => [featured] => 1 [language] => it-IT [on_img_default] => 1 [readmore] => 2520 [ordering] => 17 [category_title] => IT - Editoriali Avvenire [category_route] => economia-civile/it-editoriali-vari/it-varie-editoriali-avvenire [category_access] => 1 [category_alias] => it-varie-editoriali-avvenire [published] => 1 [parents_published] => 1 [lft] => 79 [author] => Luigino Bruni [author_email] => ferrucci.anto@gmail.com [parent_title] => IT - Editoriali vari [parent_id] => 893 [parent_route] => economia-civile/it-editoriali-vari [parent_alias] => it-editoriali-vari [rating] => 0 [rating_count] => 0 [alternative_readmore] => [layout] => [params] => Joomla\Registry\Registry Object ( [data:protected] => stdClass Object ( [article_layout] => _:default [show_title] => 1 [link_titles] => 1 [show_intro] => 1 [info_block_position] => 0 [info_block_show_title] => 1 [show_category] => 1 [link_category] => 1 [show_parent_category] => 1 [link_parent_category] => 1 [show_associations] => 0 [flags] => 1 [show_author] => 0 [link_author] => 0 [show_create_date] => 1 [show_modify_date] => 0 [show_publish_date] => 1 [show_item_navigation] => 1 [show_vote] => 0 [show_readmore] => 0 [show_readmore_title] => 0 [readmore_limit] => 100 [show_tags] => 1 [show_icons] => 1 [show_print_icon] => 1 [show_email_icon] => 1 [show_hits] => 0 [record_hits] => 1 [show_noauth] => 0 [urls_position] => 1 [captcha] => [show_publishing_options] => 1 [show_article_options] => 1 [save_history] => 1 [history_limit] => 10 [show_urls_images_frontend] => 0 [show_urls_images_backend] => 1 [targeta] => 0 [targetb] => 0 [targetc] => 0 [float_intro] => left [float_fulltext] => left [category_layout] => _:blog [show_category_heading_title_text] => 0 [show_category_title] => 0 [show_description] => 0 [show_description_image] => 0 [maxLevel] => 0 [show_empty_categories] => 0 [show_no_articles] => 1 [show_subcat_desc] => 0 [show_cat_num_articles] => 0 [show_cat_tags] => 1 [show_base_description] => 1 [maxLevelcat] => -1 [show_empty_categories_cat] => 0 [show_subcat_desc_cat] => 0 [show_cat_num_articles_cat] => 0 [num_leading_articles] => 0 [num_intro_articles] => 14 [num_columns] => 2 [num_links] => 0 [multi_column_order] => 1 [show_subcategory_content] => -1 [show_pagination_limit] => 1 [filter_field] => hide [show_headings] => 1 [list_show_date] => 0 [date_format] => [list_show_hits] => 1 [list_show_author] => 1 [list_show_votes] => 0 [list_show_ratings] => 0 [orderby_pri] => none [orderby_sec] => rdate [order_date] => published [show_pagination] => 2 [show_pagination_results] => 1 [show_featured] => show [show_feed_link] => 1 [feed_summary] => 0 [feed_show_readmore] => 0 [sef_advanced] => 1 [sef_ids] => 1 [custom_fields_enable] => 1 [show_page_heading] => 0 [layout_type] => blog [menu_text] => 1 [menu_show] => 1 [secure] => 0 [helixultimatemenulayout] => {"width":600,"menualign":"right","megamenu":0,"showtitle":1,"faicon":"","customclass":"","dropdown":"right","badge":"","badge_position":"","badge_bg_color":"","badge_text_color":"","layout":[]} [helixultimate_enable_page_title] => 1 [helixultimate_page_title_alt] => Economia Civile [helixultimate_page_subtitle] => Editoriali Avvenire [helixultimate_page_title_heading] => h2 [page_title] => Editoriali Avvenire [page_description] => [page_rights] => [robots] => [access-view] => 1 ) [initialized:protected] => 1 [separator] => . ) [displayDate] => 2021-06-09 08:03:21 [tags] => Joomla\CMS\Helper\TagsHelper Object ( [tagsChanged:protected] => [replaceTags:protected] => [typeAlias] => [itemTags] => Array ( [0] => stdClass Object ( [tag_id] => 18 [id] => 18 [parent_id] => 1 [lft] => 33 [rgt] => 34 [level] => 1 [path] => luigino-bruni [title] => Luigino Bruni [alias] => luigino-bruni [note] => [description] => [published] => 1 [checked_out] => 0 [checked_out_time] => 0000-00-00 00:00:00 [access] => 1 [params] => {"tag_layout":"","tag_link_class":"label label-info"} [metadesc] => [metakey] => [metadata] => {"author":"","robots":""} [created_user_id] => 611 [created_time] => 2015-11-14 21:22:09 [created_by_alias] => [modified_user_id] => 609 [modified_time] => 2020-08-01 10:35:46 [images] => {"image_intro":"","float_intro":"","image_intro_alt":"","image_intro_caption":"","image_fulltext":"","float_fulltext":"","image_fulltext_alt":"","image_fulltext_caption":""} [urls] => {} [hits] => 85900 [language] => * [version] => 1 [publish_up] => 2015-11-14 20:22:09 [publish_down] => 2015-11-14 20:22:09 ) [1] => stdClass Object ( [tag_id] => 135 [id] => 135 [parent_id] => 1 [lft] => 267 [rgt] => 268 [level] => 1 [path] => neo-liberismo [title] => Neo-liberismo [alias] => neo-liberismo [note] => [description] => [published] => 1 [checked_out] => 0 [checked_out_time] => 0000-00-00 00:00:00 [access] => 1 [params] => {} [metadesc] => [metakey] => [metadata] => {} [created_user_id] => 64 [created_time] => 2021-06-09 08:05:08 [created_by_alias] => [modified_user_id] => 0 [modified_time] => 2021-06-09 08:10:38 [images] => {} [urls] => {} [hits] => 3011 [language] => * [version] => 1 [publish_up] => 2021-06-09 08:05:08 [publish_down] => 2021-06-09 08:05:08 ) ) ) [slug] => 18915:neoliberismo-quali-basi-per-la-critica [parent_slug] => 893:it-editoriali-vari [catslug] => 888:it-varie-editoriali-avvenire [event] => stdClass Object ( [afterDisplayTitle] => [beforeDisplayContent] => [afterDisplayContent] => ) [text] =>

Recensioni - Nel suo ultimo saggio Mauro Gallegati attacca quello che ritiene essere il pensiero economico dominante, ma senza definirlo né tener conto di tante acquisizioni da parte della disciplina

di Luigino Bruni

pubblicato su Agorà di Avvenire il 08/06/2021

Il cosiddetto Vangelo di Marcione, andato smarrito, è stato recentemente ricostruito quasi interamente sulla base delle citazioni del suo testo che si trovano nei libri degli autori che lo hanno duramente criticato nei primi secoli cristiani. Autore fortunato, Marcione, “salvato” dai suoi molti critici. Un’operazione analoga non la si potrebbe fare con il capitalismo. Se, infatti, qualche storico futuro volesse capire che cosa fosse il capitalismo sulla base dei soli testi dei suoi molti critici, farebbe una gran fatica; e se riuscisse a mettere assieme le citazioni dei suoi detrattori ne uscirebbe un ritratto molto diverso dalla persona ritratta, perché spesso i critici hanno prima creato un capitalismo-fantoccio e poi hanno avuto gioco facile nel criticarlo.

[jcfields] => Array ( ) [type] => intro [oddeven] => item-odd )
Neoliberismo, quali basi per la critica?

Neoliberismo, quali basi per la critica?

Recensioni - Nel suo ultimo saggio Mauro Gallegati attacca quello che ritiene essere il pensiero economico dominante, ma senza definirlo né tener conto di tante acquisizioni da parte della disciplina di Luigino Bruni pubblicato su Agorà di Avvenire il 08/06/2021 Il cosiddetto Vangelo di Marcione,...
stdClass Object
(
    [id] => 18906
    [title] => Il Dio di Giobbe, ferita e benedizione
    [alias] => il-dio-di-giobbe-ferita-e-benedizione
    [introtext] => 

Recensioni - L’ultimo saggio di Recalcati offre nuove domande e nuovi sguardi sul grande racconto biblico: centrale la critica alla teologia economico-retributiva

di Luigino Bruni

pubblicato su Agorà di Avvenire il 29/05/2021

«Facendosi uomo e indossando la nostra sofferenza ben oltre il limite stesso patito da Giobbe, il Dio assente si è fatto Dio presente, ha rimediato all’assurdo della sua inaccessibilità, si è giustificato, si è insomma riscattato. In Cristo si redime Dio: ovvero, il Signore ha potuto pronunziare il suo perdono solo dopo che sulla croce si è fatto perdonare».

[fulltext] =>

Così Mario Pomilio, nel suo romanzo Il Natale del 1833, immagina le riflessioni sulla fede che Alessandro Manzoni avrebbe maturato in seguito alla morte di sua moglie Enrichetta Blondel, avvenuta il 25 dicembre del 1833. Il libro di Giobbe è un libro che ha molto ispirato scrittori, filosofi e artisti, forse perché è il libro dove la poesia raggiunge vette molto alte, e forse perché è un libro aperto, ambivalente, quindi generativo. Per me il passaggio attraverso Giobbe ha rappresentato un salto etico nel modo di intendere il mio mestiere di studioso e di uomo. E ogni volta che torno su Giobbe - capita spesso, perché Giobbe è un amico che una volta fatto entrare dentro casa non esce più - ne colgo dimensioni nuove, rettifico idee. Giobbe si rilegge, e le seconde e terze battute sono quelle più buone.

Anche la lettura del breve e appassionante saggio di Massimo Recalcati ( Il grido di Giobbe; Einaudi, pagine 96, euro 15,00) ha offerto nuove domande e nuovi sguardi attorno al grande racconto di Giobbe. Un libro che merita di essere letto e discusso da tutti gli “amici” di Giobbe: «Di fronte al destino che si accanisce contro la sua vita, egli non sceglie però la via del sacrificio rassegnato di se stesso, quanto quella del grido. Egli desidera incontrare il Dio che ha rotto il patto per chiedere le ragioni di questa disdetta drammatica». Per Recalcati, però, «quando finalmente, al termine del libro, avviene l’incontro con Dio in persona, […] Giobbe deve così rettificare la sua posizione convertendosi a una nuova versione della fede». Questo è il muro maestro dell’interpretazione che Recalcati ci dà del libro di Giobbe.

La nuova visione della fede alla quale Giobbe si convertirebbe sarebbe una fede dove è cambiata «la sua idea della Legge. Egli stesso è stato, in fondo, il primo prigioniero dell’illusione della teologia retributiva. L’estrema rettitudine della sua esistenza era stata ripagata da altrettanta soddisfazione e fortuna. L’incontro con Dio, rivelandogli l’illimitatezza della sua potenza che non può essere ingabbiata in nessun calcolo […] costringe Giobbe a sovvertire la vecchia rappresentazione della Legge». Così allora «Giobbe può ritornare al mondo avendo visto insieme a Dio il limite del suo stesso sguardo». Ma siamo sicuri che Giobbe si convertirà con l’arrivo di Dio dentro il suo dramma? Recalcati coglie una linea ermeneutica centrale del libro di Giobbe, forse quella decisiva: la critica alla teologia economico- retributiva dominante dentro e fuori la Bibbia, oggi tornata sotto forma di meritocrazia e di povertà come colpa. Immaginare un Dio che retribuisce i giusti con beni e felicità e punisce i colpevoli con il dolore e la sventura è sempre stata una fondazione solida delle civiltà, perché semplice.

La troviamo anche in un’anima della Bibbia, che giungerà fin dentro i vangeli. Nella sua essenzialità, i dialoghi tra Giobbe e i suoi amici, che sono la parte più bella del libro (purtroppo quasi interamente saltata da Recalcati), sono una contestazione radicale da parte di Giobbe dell’idea che lui è diventato povero e malato perché colpevole, che il peccato fosse la spiegazione della sua sventura. Giobbe non accetta per tutto lo sviluppo del suo libro questa tesi, e rivendica la sua innocenza. Nel reclamare il suo stato di innocente e di sventurato, critica decisamente la logica dell’homo oeconomicus alla base della religione e dell’idea di dio-commercialista. Il primo massimizzatore di profitti non è stato l’economista ma l’uomo religioso: «Perché l’innocente può venire distrutto e il malvagio premiato?».

Continua la lettura su Avvenire

[checked_out] => 0 [checked_out_time] => 0000-00-00 00:00:00 [catid] => 888 [created] => 2021-05-29 08:14:39 [created_by] => 64 [created_by_alias] => Luigino Bruni [state] => 1 [modified] => 2021-06-01 12:23:33 [modified_by] => 64 [modified_by_name] => Antonella Ferrucci [publish_up] => 2021-05-29 08:14:39 [publish_down] => 0000-00-00 00:00:00 [images] => {"image_intro":"","image_sp_full":"images\/2021\/06\/01\/Giobbe@Avvenire.jpg","image_sp_thumb":"images\/2021\/06\/01\/Giobbe@Avvenire_thumbnail.jpg","image_sp_medium":"images\/2021\/06\/01\/Giobbe@Avvenire_medium.jpg","image_sp_large":"images\/2021\/06\/01\/Giobbe@Avvenire_large.jpg","float_intro":"","image_intro_alt":"","image_intro_caption":"","image_fulltext":"","float_fulltext":"","image_fulltext_alt":"","image_fulltext_caption":""} [urls] => {"urla":false,"urlatext":"","targeta":"","urlb":false,"urlbtext":"","targetb":"","urlc":false,"urlctext":"","targetc":""} [attribs] => {"article_layout":"","show_title":"","link_titles":"","show_tags":"","show_intro":"","info_block_position":"","info_block_show_title":"","show_category":"","link_category":"","show_parent_category":"","link_parent_category":"","show_associations":"","show_author":"","link_author":"","show_create_date":"","show_modify_date":"","show_publish_date":"","show_item_navigation":"","show_icons":"","show_print_icon":"","show_email_icon":"","show_vote":"","show_hits":"","show_noauth":"","urls_position":"","alternative_readmore":"","article_page_title":"","show_publishing_options":"","show_article_options":"","show_urls_images_backend":"","show_urls_images_frontend":"","spfeatured_image":"images\/2021\/06\/01\/Giobbe@Avvenire.jpg","spfeatured_image_alt":"","post_format":"standard","gallery":"","audio":"","video":"","helix_ultimate_video":"","helix_ultimate_article_format":"standard","helix_ultimate_image":"images\/2021\/06\/01\/Giobbe@Avvenire.jpg","link_title":"","link_url":"","quote_text":"","quote_author":"","post_status":""} [metadata] => {"robots":"","author":"","rights":"","xreference":""} [metakey] => [metadesc] => [access] => 1 [hits] => 1348 [xreference] => [featured] => 1 [language] => it-IT [on_img_default] => [readmore] => 3859 [ordering] => 16 [category_title] => IT - Editoriali Avvenire [category_route] => economia-civile/it-editoriali-vari/it-varie-editoriali-avvenire [category_access] => 1 [category_alias] => it-varie-editoriali-avvenire [published] => 1 [parents_published] => 1 [lft] => 79 [author] => Luigino Bruni [author_email] => ferrucci.anto@gmail.com [parent_title] => IT - Editoriali vari [parent_id] => 893 [parent_route] => economia-civile/it-editoriali-vari [parent_alias] => it-editoriali-vari [rating] => 0 [rating_count] => 0 [alternative_readmore] => [layout] => [params] => Joomla\Registry\Registry Object ( [data:protected] => stdClass Object ( [article_layout] => _:default [show_title] => 1 [link_titles] => 1 [show_intro] => 1 [info_block_position] => 0 [info_block_show_title] => 1 [show_category] => 1 [link_category] => 1 [show_parent_category] => 1 [link_parent_category] => 1 [show_associations] => 0 [flags] => 1 [show_author] => 0 [link_author] => 0 [show_create_date] => 1 [show_modify_date] => 0 [show_publish_date] => 1 [show_item_navigation] => 1 [show_vote] => 0 [show_readmore] => 0 [show_readmore_title] => 0 [readmore_limit] => 100 [show_tags] => 1 [show_icons] => 1 [show_print_icon] => 1 [show_email_icon] => 1 [show_hits] => 0 [record_hits] => 1 [show_noauth] => 0 [urls_position] => 1 [captcha] => [show_publishing_options] => 1 [show_article_options] => 1 [save_history] => 1 [history_limit] => 10 [show_urls_images_frontend] => 0 [show_urls_images_backend] => 1 [targeta] => 0 [targetb] => 0 [targetc] => 0 [float_intro] => left [float_fulltext] => left [category_layout] => _:blog [show_category_heading_title_text] => 0 [show_category_title] => 0 [show_description] => 0 [show_description_image] => 0 [maxLevel] => 0 [show_empty_categories] => 0 [show_no_articles] => 1 [show_subcat_desc] => 0 [show_cat_num_articles] => 0 [show_cat_tags] => 1 [show_base_description] => 1 [maxLevelcat] => -1 [show_empty_categories_cat] => 0 [show_subcat_desc_cat] => 0 [show_cat_num_articles_cat] => 0 [num_leading_articles] => 0 [num_intro_articles] => 14 [num_columns] => 2 [num_links] => 0 [multi_column_order] => 1 [show_subcategory_content] => -1 [show_pagination_limit] => 1 [filter_field] => hide [show_headings] => 1 [list_show_date] => 0 [date_format] => [list_show_hits] => 1 [list_show_author] => 1 [list_show_votes] => 0 [list_show_ratings] => 0 [orderby_pri] => none [orderby_sec] => rdate [order_date] => published [show_pagination] => 2 [show_pagination_results] => 1 [show_featured] => show [show_feed_link] => 1 [feed_summary] => 0 [feed_show_readmore] => 0 [sef_advanced] => 1 [sef_ids] => 1 [custom_fields_enable] => 1 [show_page_heading] => 0 [layout_type] => blog [menu_text] => 1 [menu_show] => 1 [secure] => 0 [helixultimatemenulayout] => {"width":600,"menualign":"right","megamenu":0,"showtitle":1,"faicon":"","customclass":"","dropdown":"right","badge":"","badge_position":"","badge_bg_color":"","badge_text_color":"","layout":[]} [helixultimate_enable_page_title] => 1 [helixultimate_page_title_alt] => Economia Civile [helixultimate_page_subtitle] => Editoriali Avvenire [helixultimate_page_title_heading] => h2 [page_title] => Editoriali Avvenire [page_description] => [page_rights] => [robots] => [access-view] => 1 ) [initialized:protected] => 1 [separator] => . ) [displayDate] => 2021-05-29 08:14:39 [tags] => Joomla\CMS\Helper\TagsHelper Object ( [tagsChanged:protected] => [replaceTags:protected] => [typeAlias] => [itemTags] => Array ( [0] => stdClass Object ( [tag_id] => 18 [id] => 18 [parent_id] => 1 [lft] => 33 [rgt] => 34 [level] => 1 [path] => luigino-bruni [title] => Luigino Bruni [alias] => luigino-bruni [note] => [description] => [published] => 1 [checked_out] => 0 [checked_out_time] => 0000-00-00 00:00:00 [access] => 1 [params] => {"tag_layout":"","tag_link_class":"label label-info"} [metadesc] => [metakey] => [metadata] => {"author":"","robots":""} [created_user_id] => 611 [created_time] => 2015-11-14 21:22:09 [created_by_alias] => [modified_user_id] => 609 [modified_time] => 2020-08-01 10:35:46 [images] => {"image_intro":"","float_intro":"","image_intro_alt":"","image_intro_caption":"","image_fulltext":"","float_fulltext":"","image_fulltext_alt":"","image_fulltext_caption":""} [urls] => {} [hits] => 85900 [language] => * [version] => 1 [publish_up] => 2015-11-14 20:22:09 [publish_down] => 2015-11-14 20:22:09 ) ) ) [slug] => 18906:il-dio-di-giobbe-ferita-e-benedizione [parent_slug] => 893:it-editoriali-vari [catslug] => 888:it-varie-editoriali-avvenire [event] => stdClass Object ( [afterDisplayTitle] => [beforeDisplayContent] => [afterDisplayContent] => ) [text] =>

Recensioni - L’ultimo saggio di Recalcati offre nuove domande e nuovi sguardi sul grande racconto biblico: centrale la critica alla teologia economico-retributiva

di Luigino Bruni

pubblicato su Agorà di Avvenire il 29/05/2021

«Facendosi uomo e indossando la nostra sofferenza ben oltre il limite stesso patito da Giobbe, il Dio assente si è fatto Dio presente, ha rimediato all’assurdo della sua inaccessibilità, si è giustificato, si è insomma riscattato. In Cristo si redime Dio: ovvero, il Signore ha potuto pronunziare il suo perdono solo dopo che sulla croce si è fatto perdonare».

[jcfields] => Array ( ) [type] => intro [oddeven] => item-even )
Il Dio di Giobbe, ferita e benedizione

Il Dio di Giobbe, ferita e benedizione

Recensioni - L’ultimo saggio di Recalcati offre nuove domande e nuovi sguardi sul grande racconto biblico: centrale la critica alla teologia economico-retributiva di Luigino Bruni pubblicato su Agorà di Avvenire il 29/05/2021 «Facendosi uomo e indossando la nostra sofferenza ben oltre il limite stes...
stdClass Object
(
    [id] => 18883
    [title] => Primo Maggio. I giusti salari della virtù
    [alias] => primo-maggio-i-giusti-salari-della-virtu
    [introtext] => 

Editoriali - La pandemia e il lavoro da più stimare

di Luigino Bruni

pubblicato su Avvenire il 01/05/2021

Una delle eredità della pandemia è lo svelamento della qualità del lavoro di cura e delle sue virtù. Virtù, una parola che avevamo dimenticato, che con il tempo aveva assunto una sfumatura di vecchio un po’ stantia, è tornata al centro della scena pubblica ed etica. Finalmente abbiamo visto molte cose che prima non vedevamo o non vedevamo abbastanza, e tra queste molte, moltissime virtù, soprattutto in lavori dove non riuscivamo a vederle.

[fulltext] =>

Quando, sull’inizio dell’Ottocento, la prima rivoluzione industriale stava cambiando radicalmente il mondo del lavoro, i migliori economisti iniziarono a formulare teorie su come remunerare il lavoro. Prima di loro, il lavoro che passava attraverso il "mercato" riguardava una piccola minoranza di persone. La quasi totalità delle donne ne era fuori, nei campi i lavori erano svolti in regime di servitù dove non si vendevano ore di lavoro ma uomini, gli aristocratici e i nobili non lavoravano e interpretavano il loro non-lavoro come privilegio e libertà: «Il nascere agiato mi fece libero e puro, né mi lasciò servire ad altro che al vero. Mille franchi di rendita sono maggiori di 10.000 provenienti da impiego» (Vittorio Alfieri, "Opere", t. VI).

Tra gli economisti che tentarono le prime riflessioni sui salari c’è anche il piacentino Melchiorre Gioja, che nel suo trattato "Del merito e delle ricompense" nel 1818 scriveva: «L’onorario d’un giudice suole essere maggiore di quello d’un professore di diritto, benché in questo si richieda maggior sapere. La differenza tra questi due onorari rappresenta il prezzo della maggiore virtù richiesta in un giudice. In generale gli onorari crescono in ragione degli abusi che si possono commettere nelle cariche, perché il numero delle persone che offrano certezza di non abusarne, decresce in ragione di questa possibilità» (Tomo 1). Per Gioja, dunque, l’onorario doveva essere direttamente proporzionale alla virtù richiesta da quella data attività. Più la virtù necessaria per svolgere bene un tipo di lavoro è scarsa, più va pagata; più devi resistere alla tentazione della corruzione, più devi essere remunerato.

continua la lettura su Avvenire

[checked_out] => 0 [checked_out_time] => 0000-00-00 00:00:00 [catid] => 888 [created] => 2021-04-30 20:29:08 [created_by] => 64 [created_by_alias] => Luigino Bruni [state] => 1 [modified] => 2021-04-30 20:47:51 [modified_by] => 64 [modified_by_name] => Antonella Ferrucci [publish_up] => 2021-04-30 20:29:08 [publish_down] => 0000-00-00 00:00:00 [images] => {"image_intro":"","image_sp_full":"images\/2021\/04\/30\/Lumaca_funambola@1_maggio_ant.jpg","image_sp_thumb":"images\/2021\/04\/30\/Lumaca_funambola@1_maggio_ant_thumbnail.jpg","image_sp_medium":"images\/2021\/04\/30\/Lumaca_funambola@1_maggio_ant_medium.jpg","image_sp_large":"images\/2021\/04\/30\/Lumaca_funambola@1_maggio_ant_large.jpg","float_intro":"","image_intro_alt":"","image_intro_caption":"","image_fulltext":"","float_fulltext":"","image_fulltext_alt":"","image_fulltext_caption":""} [urls] => {"urla":false,"urlatext":"","targeta":"","urlb":false,"urlbtext":"","targetb":"","urlc":false,"urlctext":"","targetc":""} [attribs] => {"article_layout":"","show_title":"","link_titles":"","show_tags":"","show_intro":"","info_block_position":"","info_block_show_title":"","show_category":"","link_category":"","show_parent_category":"","link_parent_category":"","show_associations":"","show_author":"","link_author":"","show_create_date":"","show_modify_date":"","show_publish_date":"","show_item_navigation":"","show_icons":"","show_print_icon":"","show_email_icon":"","show_vote":"","show_hits":"","show_noauth":"","urls_position":"","alternative_readmore":"","article_page_title":"","show_publishing_options":"","show_article_options":"","show_urls_images_backend":"","show_urls_images_frontend":"","spfeatured_image":"images\/2021\/04\/30\/Lumaca_funambola@1_maggio_ant.jpg","spfeatured_image_alt":"","post_format":"standard","gallery":"","audio":"","video":"","helix_ultimate_video":"","helix_ultimate_article_format":"standard","helix_ultimate_image":"images\/2021\/04\/30\/Lumaca_funambola@1_maggio_ant.jpg","link_title":"","link_url":"","quote_text":"","quote_author":"","post_status":""} [metadata] => {"robots":"","author":"","rights":"","xreference":""} [metakey] => [metadesc] => [access] => 1 [hits] => 1092 [xreference] => [featured] => 1 [language] => it-IT [on_img_default] => [readmore] => 1898 [ordering] => 13 [category_title] => IT - Editoriali Avvenire [category_route] => economia-civile/it-editoriali-vari/it-varie-editoriali-avvenire [category_access] => 1 [category_alias] => it-varie-editoriali-avvenire [published] => 1 [parents_published] => 1 [lft] => 79 [author] => Luigino Bruni [author_email] => ferrucci.anto@gmail.com [parent_title] => IT - Editoriali vari [parent_id] => 893 [parent_route] => economia-civile/it-editoriali-vari [parent_alias] => it-editoriali-vari [rating] => 0 [rating_count] => 0 [alternative_readmore] => [layout] => [params] => Joomla\Registry\Registry Object ( [data:protected] => stdClass Object ( [article_layout] => _:default [show_title] => 1 [link_titles] => 1 [show_intro] => 1 [info_block_position] => 0 [info_block_show_title] => 1 [show_category] => 1 [link_category] => 1 [show_parent_category] => 1 [link_parent_category] => 1 [show_associations] => 0 [flags] => 1 [show_author] => 0 [link_author] => 0 [show_create_date] => 1 [show_modify_date] => 0 [show_publish_date] => 1 [show_item_navigation] => 1 [show_vote] => 0 [show_readmore] => 0 [show_readmore_title] => 0 [readmore_limit] => 100 [show_tags] => 1 [show_icons] => 1 [show_print_icon] => 1 [show_email_icon] => 1 [show_hits] => 0 [record_hits] => 1 [show_noauth] => 0 [urls_position] => 1 [captcha] => [show_publishing_options] => 1 [show_article_options] => 1 [save_history] => 1 [history_limit] => 10 [show_urls_images_frontend] => 0 [show_urls_images_backend] => 1 [targeta] => 0 [targetb] => 0 [targetc] => 0 [float_intro] => left [float_fulltext] => left [category_layout] => _:blog [show_category_heading_title_text] => 0 [show_category_title] => 0 [show_description] => 0 [show_description_image] => 0 [maxLevel] => 0 [show_empty_categories] => 0 [show_no_articles] => 1 [show_subcat_desc] => 0 [show_cat_num_articles] => 0 [show_cat_tags] => 1 [show_base_description] => 1 [maxLevelcat] => -1 [show_empty_categories_cat] => 0 [show_subcat_desc_cat] => 0 [show_cat_num_articles_cat] => 0 [num_leading_articles] => 0 [num_intro_articles] => 14 [num_columns] => 2 [num_links] => 0 [multi_column_order] => 1 [show_subcategory_content] => -1 [show_pagination_limit] => 1 [filter_field] => hide [show_headings] => 1 [list_show_date] => 0 [date_format] => [list_show_hits] => 1 [list_show_author] => 1 [list_show_votes] => 0 [list_show_ratings] => 0 [orderby_pri] => none [orderby_sec] => rdate [order_date] => published [show_pagination] => 2 [show_pagination_results] => 1 [show_featured] => show [show_feed_link] => 1 [feed_summary] => 0 [feed_show_readmore] => 0 [sef_advanced] => 1 [sef_ids] => 1 [custom_fields_enable] => 1 [show_page_heading] => 0 [layout_type] => blog [menu_text] => 1 [menu_show] => 1 [secure] => 0 [helixultimatemenulayout] => {"width":600,"menualign":"right","megamenu":0,"showtitle":1,"faicon":"","customclass":"","dropdown":"right","badge":"","badge_position":"","badge_bg_color":"","badge_text_color":"","layout":[]} [helixultimate_enable_page_title] => 1 [helixultimate_page_title_alt] => Economia Civile [helixultimate_page_subtitle] => Editoriali Avvenire [helixultimate_page_title_heading] => h2 [page_title] => Editoriali Avvenire [page_description] => [page_rights] => [robots] => [access-view] => 1 ) [initialized:protected] => 1 [separator] => . ) [displayDate] => 2021-04-30 20:29:08 [tags] => Joomla\CMS\Helper\TagsHelper Object ( [tagsChanged:protected] => [replaceTags:protected] => [typeAlias] => [itemTags] => Array ( [0] => stdClass Object ( [tag_id] => 61 [id] => 61 [parent_id] => 1 [lft] => 119 [rgt] => 120 [level] => 1 [path] => 1-maggio [title] => 1° maggio [alias] => 1-maggio [note] => [description] => [published] => 1 [checked_out] => 0 [checked_out_time] => 0000-00-00 00:00:00 [access] => 1 [params] => {} [metadesc] => [metakey] => [metadata] => {} [created_user_id] => 609 [created_time] => 2020-05-01 11:12:02 [created_by_alias] => [modified_user_id] => 0 [modified_time] => 2020-08-10 13:35:27 [images] => {} [urls] => {} [hits] => 4260 [language] => * [version] => 1 [publish_up] => 2020-05-01 11:12:02 [publish_down] => 2020-05-01 11:12:02 ) [1] => stdClass Object ( [tag_id] => 131 [id] => 131 [parent_id] => 1 [lft] => 259 [rgt] => 260 [level] => 1 [path] => lavoro [title] => Lavoro [alias] => lavoro [note] => [description] => [published] => 1 [checked_out] => 0 [checked_out_time] => 0000-00-00 00:00:00 [access] => 1 [params] => {} [metadesc] => [metakey] => [metadata] => {} [created_user_id] => 64 [created_time] => 2019-06-20 12:04:12 [created_by_alias] => [modified_user_id] => 0 [modified_time] => 2021-04-30 20:47:51 [images] => {} [urls] => {} [hits] => 3989 [language] => * [version] => 1 [publish_up] => 2019-06-20 12:04:12 [publish_down] => 2019-06-20 12:04:12 ) ) ) [slug] => 18883:primo-maggio-i-giusti-salari-della-virtu [parent_slug] => 893:it-editoriali-vari [catslug] => 888:it-varie-editoriali-avvenire [event] => stdClass Object ( [afterDisplayTitle] => [beforeDisplayContent] => [afterDisplayContent] => ) [text] =>

Editoriali - La pandemia e il lavoro da più stimare

di Luigino Bruni

pubblicato su Avvenire il 01/05/2021

Una delle eredità della pandemia è lo svelamento della qualità del lavoro di cura e delle sue virtù. Virtù, una parola che avevamo dimenticato, che con il tempo aveva assunto una sfumatura di vecchio un po’ stantia, è tornata al centro della scena pubblica ed etica. Finalmente abbiamo visto molte cose che prima non vedevamo o non vedevamo abbastanza, e tra queste molte, moltissime virtù, soprattutto in lavori dove non riuscivamo a vederle.

[jcfields] => Array ( ) [type] => intro [oddeven] => item-odd )
Primo Maggio. I giusti salari della virtù

Primo Maggio. I giusti salari della virtù

Editoriali - La pandemia e il lavoro da più stimare di Luigino Bruni pubblicato su Avvenire il 01/05/2021 Una delle eredità della pandemia è lo svelamento della qualità del lavoro di cura e delle sue virtù. Virtù, una parola che avevamo dimenticato, che con il tempo aveva assunto una sfumatura di ve...
stdClass Object
(
    [id] => 18619
    [title] => I buoni frutti dei grandi mali
    [alias] => i-buoni-frutti-dei-grandi-mali
    [introtext] => 

Editoriali - Prove e vittime di oggi, storia di ieri

di Luigino Bruni

pubblicato su Avvenire il 31/12/2020

La dimensione collettiva della paura e della morte, è questa una eredità che ci lascia il 2020. Avevamo dimenticato le grandi paure collettive, avevamo relegato la morte nell’intimità della famiglia e nella solitudine del cuore degli individui. E abbiamo imparato che una casa è troppo piccola per elaborare il dolore dei lutti, perché per non morire anche noi insieme a chi amiamo ci sarebbe bisogno della forza di una comunità intera. Dentro la stessa tempesta abbiamo provato la stessa paura, abbiamo condiviso la paura di avere paura della morte, e avendola condivisa non ci ha sopraffatto.

[fulltext] =>

Non sappiamo come usciremo da questo annus horribilis. Certamente ne usciremo senza una buona parte di quella generazione nata in un’Italia poverissima e morta in una Italia benestante. Genitori e nonni che con le loro virtù, la loro pietas e fede popolare hanno generato famiglie, imprese e democrazia. Mezzadri, contadini, casalinghe che seppero usare i sassi delle macerie delle guerre per edificare cattedrali sociali ed economiche. Abbiamo sofferto tutti vedendoli morire, troppo spesso da soli, perché sentivamo che si stava consumando qualcosa di sbagliato e di profondamente ingiusto. Quella era una generazione che aveva camminato dietro una grande stella etica: "La felicità più importante non è la nostra, ma quella dei figli". Si sono sacrificati perché il valore del futuro era per loro più grande di quello del presente.

Ma poi, soprattutto le donne, dopo aver trascorso la loro giovinezza a curare figli e genitori rinunciando troppe volte alla propria fioritura professionale, si sono ritrovate a invecchiare e poi morire fuori casa.

Allora, una prima lezione di questo anno riguarda la cultura dell’invecchiamento che ci manca troppo. In pochi decenni abbiamo sperperato una buona arte dell’invecchiare e del morire appresa nei millenni, e mentre attendiamo di trovarne una nuova facciamo pagare un conto molto alto alle nostre mamme e nonne, che hanno lasciato questa terra con un enorme e inestimabile credito di cura e di accudimento. Sta anche qui una radice del dolore di questo anno, in un debito collettivo di cui abbiamo preso coscienza proprio mentre si estingueva.

La storia ha conosciuto altri anni orribili. Nel 536 d.C. una misteriosa nebbia (vulcanica) fece precipitare l’Europa e parte dell’Asia nella quasi totale oscurità per circa un anno e mezzo.

Continua la lettura su Avvenire

[checked_out] => 0 [checked_out_time] => 0000-00-00 00:00:00 [catid] => 888 [created] => 2020-12-31 14:15:57 [created_by] => 2025 [created_by_alias] => [state] => 1 [modified] => 2023-04-12 22:47:20 [modified_by] => 64 [modified_by_name] => Antonella Ferrucci [publish_up] => 2020-12-31 14:15:57 [publish_down] => 0000-00-00 00:00:00 [images] => {"image_intro":"","float_intro":"","image_intro_alt":"","image_intro_caption":"","image_fulltext":"","float_fulltext":"","image_fulltext_alt":"","image_fulltext_caption":""} [urls] => {"urla":false,"urlatext":"","targeta":"","urlb":false,"urlbtext":"","targetb":"","urlc":false,"urlctext":"","targetc":""} [attribs] => {"article_layout":"","show_title":"","link_titles":"","show_tags":"","show_intro":"","info_block_position":"","info_block_show_title":"","show_category":"","link_category":"","show_parent_category":"","link_parent_category":"","show_associations":"","show_author":"","link_author":"","show_create_date":"","show_modify_date":"","show_publish_date":"","show_item_navigation":"","show_icons":"","show_print_icon":"","show_email_icon":"","show_vote":"","show_hits":"","show_noauth":"","urls_position":"","alternative_readmore":"","article_page_title":"","show_publishing_options":"","show_article_options":"","show_urls_images_backend":"","show_urls_images_frontend":"","helix_ultimate_image":"","helix_ultimate_image_alt_txt":"","spfeatured_image":"","helix_ultimate_article_format":"standard","helix_ultimate_audio":"","helix_ultimate_gallery":"","helix_ultimate_video":"","video":""} [metadata] => {"robots":"","author":"","rights":"","xreference":""} [metakey] => [metadesc] => [access] => 1 [hits] => 1042 [xreference] => [featured] => 1 [language] => it-IT [on_img_default] => 1 [readmore] => 2014 [ordering] => 24 [category_title] => IT - Editoriali Avvenire [category_route] => economia-civile/it-editoriali-vari/it-varie-editoriali-avvenire [category_access] => 1 [category_alias] => it-varie-editoriali-avvenire [published] => 1 [parents_published] => 1 [lft] => 79 [author] => Maria Rosa Logozzo [author_email] => mariarosa.logozzo@focolare.org [parent_title] => IT - Editoriali vari [parent_id] => 893 [parent_route] => economia-civile/it-editoriali-vari [parent_alias] => it-editoriali-vari [rating] => 0 [rating_count] => 0 [alternative_readmore] => [layout] => [params] => Joomla\Registry\Registry Object ( [data:protected] => stdClass Object ( [article_layout] => _:default [show_title] => 1 [link_titles] => 1 [show_intro] => 1 [info_block_position] => 0 [info_block_show_title] => 1 [show_category] => 1 [link_category] => 1 [show_parent_category] => 1 [link_parent_category] => 1 [show_associations] => 0 [flags] => 1 [show_author] => 0 [link_author] => 0 [show_create_date] => 1 [show_modify_date] => 0 [show_publish_date] => 1 [show_item_navigation] => 1 [show_vote] => 0 [show_readmore] => 0 [show_readmore_title] => 0 [readmore_limit] => 100 [show_tags] => 1 [show_icons] => 1 [show_print_icon] => 1 [show_email_icon] => 1 [show_hits] => 0 [record_hits] => 1 [show_noauth] => 0 [urls_position] => 1 [captcha] => [show_publishing_options] => 1 [show_article_options] => 1 [save_history] => 1 [history_limit] => 10 [show_urls_images_frontend] => 0 [show_urls_images_backend] => 1 [targeta] => 0 [targetb] => 0 [targetc] => 0 [float_intro] => left [float_fulltext] => left [category_layout] => _:blog [show_category_heading_title_text] => 0 [show_category_title] => 0 [show_description] => 0 [show_description_image] => 0 [maxLevel] => 0 [show_empty_categories] => 0 [show_no_articles] => 1 [show_subcat_desc] => 0 [show_cat_num_articles] => 0 [show_cat_tags] => 1 [show_base_description] => 1 [maxLevelcat] => -1 [show_empty_categories_cat] => 0 [show_subcat_desc_cat] => 0 [show_cat_num_articles_cat] => 0 [num_leading_articles] => 0 [num_intro_articles] => 14 [num_columns] => 2 [num_links] => 0 [multi_column_order] => 1 [show_subcategory_content] => -1 [show_pagination_limit] => 1 [filter_field] => hide [show_headings] => 1 [list_show_date] => 0 [date_format] => [list_show_hits] => 1 [list_show_author] => 1 [list_show_votes] => 0 [list_show_ratings] => 0 [orderby_pri] => none [orderby_sec] => rdate [order_date] => published [show_pagination] => 2 [show_pagination_results] => 1 [show_featured] => show [show_feed_link] => 1 [feed_summary] => 0 [feed_show_readmore] => 0 [sef_advanced] => 1 [sef_ids] => 1 [custom_fields_enable] => 1 [show_page_heading] => 0 [layout_type] => blog [menu_text] => 1 [menu_show] => 1 [secure] => 0 [helixultimatemenulayout] => {"width":600,"menualign":"right","megamenu":0,"showtitle":1,"faicon":"","customclass":"","dropdown":"right","badge":"","badge_position":"","badge_bg_color":"","badge_text_color":"","layout":[]} [helixultimate_enable_page_title] => 1 [helixultimate_page_title_alt] => Economia Civile [helixultimate_page_subtitle] => Editoriali Avvenire [helixultimate_page_title_heading] => h2 [page_title] => Editoriali Avvenire [page_description] => [page_rights] => [robots] => [access-view] => 1 ) [initialized:protected] => 1 [separator] => . ) [displayDate] => 2020-12-31 14:15:57 [tags] => Joomla\CMS\Helper\TagsHelper Object ( [tagsChanged:protected] => [replaceTags:protected] => [typeAlias] => [itemTags] => Array ( [0] => stdClass Object ( [tag_id] => 13 [id] => 13 [parent_id] => 1 [lft] => 23 [rgt] => 24 [level] => 1 [path] => editoriali-avvenire [title] => Editoriali Avvenire [alias] => editoriali-avvenire [note] => [description] => [published] => 1 [checked_out] => 0 [checked_out_time] => 0000-00-00 00:00:00 [access] => 1 [params] => {"tag_layout":"","tag_link_class":"label label-info"} [metadesc] => [metakey] => [metadata] => {"author":"","robots":""} [created_user_id] => 609 [created_time] => 2020-07-17 04:14:05 [created_by_alias] => [modified_user_id] => 0 [modified_time] => 2020-07-17 04:14:05 [images] => {"image_intro":"","float_intro":"","image_intro_alt":"","image_intro_caption":"","image_fulltext":"","float_fulltext":"","image_fulltext_alt":"","image_fulltext_caption":""} [urls] => {} [hits] => 34803 [language] => * [version] => 1 [publish_up] => 2020-07-17 04:14:05 [publish_down] => 2020-07-17 04:14:05 ) ) ) [slug] => 18619:i-buoni-frutti-dei-grandi-mali [parent_slug] => 893:it-editoriali-vari [catslug] => 888:it-varie-editoriali-avvenire [event] => stdClass Object ( [afterDisplayTitle] => [beforeDisplayContent] => [afterDisplayContent] => ) [text] =>

Editoriali - Prove e vittime di oggi, storia di ieri

di Luigino Bruni

pubblicato su Avvenire il 31/12/2020

La dimensione collettiva della paura e della morte, è questa una eredità che ci lascia il 2020. Avevamo dimenticato le grandi paure collettive, avevamo relegato la morte nell’intimità della famiglia e nella solitudine del cuore degli individui. E abbiamo imparato che una casa è troppo piccola per elaborare il dolore dei lutti, perché per non morire anche noi insieme a chi amiamo ci sarebbe bisogno della forza di una comunità intera. Dentro la stessa tempesta abbiamo provato la stessa paura, abbiamo condiviso la paura di avere paura della morte, e avendola condivisa non ci ha sopraffatto.

[jcfields] => Array ( ) [type] => intro [oddeven] => item-even )
I buoni frutti dei grandi mali

I buoni frutti dei grandi mali

Editoriali - Prove e vittime di oggi, storia di ieri di Luigino Bruni pubblicato su Avvenire il 31/12/2020 La dimensione collettiva della paura e della morte, è questa una eredità che ci lascia il 2020. Avevamo dimenticato le grandi paure collettive, avevamo relegato la morte nell’intimità della ...
stdClass Object
(
    [id] => 18860
    [title] => Sempre dalla parte della vittima amando le umane diversità
    [alias] => sempre-dalla-parte-della-vittima-amando-le-umane-diversita
    [introtext] => 

Commenti - Nella Fratelli tutti Francesco ha spiegato che la sua è una fratenità universale

di Luigino Bruni

pubblicato su Avvenire il 06/10/2020

La fraternità non è una parola semplice. Perché le fraternità sono molte, e non sono tutte né buone né cristiane. Ci sono sempre state persone e comunità che in nome delle loro fraternità hanno scartato e umiliato donne e uomini che non rientravano in quella loro fraternità, che per chiamare alcuni fratelli hanno offeso e ucciso i nonfratelli. Il grande racconto di Caino ci dice che la fraternità del sangue non garantisce nessuna amicizia, e che il fratello può essere il primo assassino. Altre fraternità non hanno visto né voluto le donne, e le hanno eliminate in nome di una fraternità parziale e sbagliata. Molto raramente i fratelli hanno incluso tutti i fratelli, ancora più raramente le sorelle tutte.

[fulltext] =>

Era perciò importante che papa Francesco in Fratelli tutti ci dicesse subito quale fosse la sua fraternità. E ce lo ha detto scegliendo la parabola del Buon Samaritano come principale e in certo senso unico impianto teologico ed etico del suo discorso. E scegliendo questa parabola ha fatto una scelta di campo forte, partigiana e parziale. Ci ha voluto dire che la sua è fraternità universale centrata sulla vittima. Ce lo ha detto fin dal suo primo viaggio, quando scendendo dalla sua Gerusalemme (Roma) scelse Lampedusa come sua Gerico. Una scelta partigiana e parziale, perché l’etica del Samaritano è certamente una base solida e inequivocabile per una civiltà della prossimità e della misericordia, ma è meno ovvia come fondamento di un’etica della fraternità, perché le manca la dimensione decisiva della reciprocità. È meno ovvio perché la fraternità non è solo contenuto dell’azione dell’individuo, non è soltanto un comando rivolto a ciascuno di noi preso isolatamente; la fraternità è anche, e forse soprattutto, un comando che ci viene rivolto in quanto comunità, chiesa, società, umanità, un verbo coniugato alla forma plurale: 'amatevi gli uni gli altri...'.

La parabola del samaritano non parla di fratelli di sangue (né prodighi né maggiori), né è direttamente interessata a qualche forma di azione reciproca: c’è una vittima, ci sono due individui separati che passano oltre, e c’è un terzo, il samaritano, che si china e si prende cura di quella vittima. Tra i vari protagonisti non scatta una qualche forma di interazione reciproca – se si eccettua, paradossalmente, quella finale tra il samaritano e l’albergatore.

continua la lettura su Avvenire

[checked_out] => 0 [checked_out_time] => 0000-00-00 00:00:00 [catid] => 888 [created] => 2020-10-06 08:51:18 [created_by] => 64 [created_by_alias] => Luigino Bruni [state] => 1 [modified] => 2023-04-13 14:13:34 [modified_by] => 64 [modified_by_name] => Antonella Ferrucci [publish_up] => 2020-10-06 08:51:18 [publish_down] => 0000-00-00 00:00:00 [images] => {"image_intro":"","float_intro":"","image_intro_alt":"","image_intro_caption":"","image_fulltext":"","float_fulltext":"","image_fulltext_alt":"","image_fulltext_caption":""} [urls] => {"urla":false,"urlatext":"","targeta":"","urlb":false,"urlbtext":"","targetb":"","urlc":false,"urlctext":"","targetc":""} [attribs] => {"article_layout":"","show_title":"","link_titles":"","show_tags":"","show_intro":"","info_block_position":"","info_block_show_title":"","show_category":"","link_category":"","show_parent_category":"","link_parent_category":"","show_associations":"","show_author":"","link_author":"","show_create_date":"","show_modify_date":"","show_publish_date":"","show_item_navigation":"","show_icons":"","show_print_icon":"","show_email_icon":"","show_vote":"","show_hits":"","show_noauth":"","urls_position":"","alternative_readmore":"","article_page_title":"","show_publishing_options":"","show_article_options":"","show_urls_images_backend":"","show_urls_images_frontend":"","helix_ultimate_image":"","helix_ultimate_image_alt_txt":"","spfeatured_image":"","helix_ultimate_article_format":"standard","helix_ultimate_audio":"","helix_ultimate_gallery":"","helix_ultimate_video":"","video":""} [metadata] => {"robots":"","author":"","rights":"","xreference":""} [metakey] => [metadesc] => [access] => 1 [hits] => 1799 [xreference] => [featured] => 1 [language] => it-IT [on_img_default] => 1 [readmore] => 1910 [ordering] => 11 [category_title] => IT - Editoriali Avvenire [category_route] => economia-civile/it-editoriali-vari/it-varie-editoriali-avvenire [category_access] => 1 [category_alias] => it-varie-editoriali-avvenire [published] => 1 [parents_published] => 1 [lft] => 79 [author] => Luigino Bruni [author_email] => ferrucci.anto@gmail.com [parent_title] => IT - Editoriali vari [parent_id] => 893 [parent_route] => economia-civile/it-editoriali-vari [parent_alias] => it-editoriali-vari [rating] => 0 [rating_count] => 0 [alternative_readmore] => [layout] => [params] => Joomla\Registry\Registry Object ( [data:protected] => stdClass Object ( [article_layout] => _:default [show_title] => 1 [link_titles] => 1 [show_intro] => 1 [info_block_position] => 0 [info_block_show_title] => 1 [show_category] => 1 [link_category] => 1 [show_parent_category] => 1 [link_parent_category] => 1 [show_associations] => 0 [flags] => 1 [show_author] => 0 [link_author] => 0 [show_create_date] => 1 [show_modify_date] => 0 [show_publish_date] => 1 [show_item_navigation] => 1 [show_vote] => 0 [show_readmore] => 0 [show_readmore_title] => 0 [readmore_limit] => 100 [show_tags] => 1 [show_icons] => 1 [show_print_icon] => 1 [show_email_icon] => 1 [show_hits] => 0 [record_hits] => 1 [show_noauth] => 0 [urls_position] => 1 [captcha] => [show_publishing_options] => 1 [show_article_options] => 1 [save_history] => 1 [history_limit] => 10 [show_urls_images_frontend] => 0 [show_urls_images_backend] => 1 [targeta] => 0 [targetb] => 0 [targetc] => 0 [float_intro] => left [float_fulltext] => left [category_layout] => _:blog [show_category_heading_title_text] => 0 [show_category_title] => 0 [show_description] => 0 [show_description_image] => 0 [maxLevel] => 0 [show_empty_categories] => 0 [show_no_articles] => 1 [show_subcat_desc] => 0 [show_cat_num_articles] => 0 [show_cat_tags] => 1 [show_base_description] => 1 [maxLevelcat] => -1 [show_empty_categories_cat] => 0 [show_subcat_desc_cat] => 0 [show_cat_num_articles_cat] => 0 [num_leading_articles] => 0 [num_intro_articles] => 14 [num_columns] => 2 [num_links] => 0 [multi_column_order] => 1 [show_subcategory_content] => -1 [show_pagination_limit] => 1 [filter_field] => hide [show_headings] => 1 [list_show_date] => 0 [date_format] => [list_show_hits] => 1 [list_show_author] => 1 [list_show_votes] => 0 [list_show_ratings] => 0 [orderby_pri] => none [orderby_sec] => rdate [order_date] => published [show_pagination] => 2 [show_pagination_results] => 1 [show_featured] => show [show_feed_link] => 1 [feed_summary] => 0 [feed_show_readmore] => 0 [sef_advanced] => 1 [sef_ids] => 1 [custom_fields_enable] => 1 [show_page_heading] => 0 [layout_type] => blog [menu_text] => 1 [menu_show] => 1 [secure] => 0 [helixultimatemenulayout] => {"width":600,"menualign":"right","megamenu":0,"showtitle":1,"faicon":"","customclass":"","dropdown":"right","badge":"","badge_position":"","badge_bg_color":"","badge_text_color":"","layout":[]} [helixultimate_enable_page_title] => 1 [helixultimate_page_title_alt] => Economia Civile [helixultimate_page_subtitle] => Editoriali Avvenire [helixultimate_page_title_heading] => h2 [page_title] => Editoriali Avvenire [page_description] => [page_rights] => [robots] => [access-view] => 1 ) [initialized:protected] => 1 [separator] => . ) [displayDate] => 2020-10-06 08:51:18 [tags] => Joomla\CMS\Helper\TagsHelper Object ( [tagsChanged:protected] => [replaceTags:protected] => [typeAlias] => [itemTags] => Array ( [0] => stdClass Object ( [tag_id] => 106 [id] => 106 [parent_id] => 1 [lft] => 209 [rgt] => 210 [level] => 1 [path] => fratelli-tutti [title] => Fratelli tutti [alias] => fratelli-tutti [note] => [description] => [published] => 1 [checked_out] => 0 [checked_out_time] => 0000-00-00 00:00:00 [access] => 1 [params] => {} [metadesc] => [metakey] => [metadata] => {} [created_user_id] => 64 [created_time] => 2020-10-06 08:51:18 [created_by_alias] => [modified_user_id] => 0 [modified_time] => 2020-10-19 05:04:34 [images] => {} [urls] => {} [hits] => 4309 [language] => * [version] => 1 [publish_up] => 2020-10-06 08:51:18 [publish_down] => 2020-10-06 08:51:18 ) ) ) [slug] => 18860:sempre-dalla-parte-della-vittima-amando-le-umane-diversita [parent_slug] => 893:it-editoriali-vari [catslug] => 888:it-varie-editoriali-avvenire [event] => stdClass Object ( [afterDisplayTitle] => [beforeDisplayContent] => [afterDisplayContent] => ) [text] =>

Commenti - Nella Fratelli tutti Francesco ha spiegato che la sua è una fratenità universale

di Luigino Bruni

pubblicato su Avvenire il 06/10/2020

La fraternità non è una parola semplice. Perché le fraternità sono molte, e non sono tutte né buone né cristiane. Ci sono sempre state persone e comunità che in nome delle loro fraternità hanno scartato e umiliato donne e uomini che non rientravano in quella loro fraternità, che per chiamare alcuni fratelli hanno offeso e ucciso i nonfratelli. Il grande racconto di Caino ci dice che la fraternità del sangue non garantisce nessuna amicizia, e che il fratello può essere il primo assassino. Altre fraternità non hanno visto né voluto le donne, e le hanno eliminate in nome di una fraternità parziale e sbagliata. Molto raramente i fratelli hanno incluso tutti i fratelli, ancora più raramente le sorelle tutte.

[jcfields] => Array ( ) [type] => intro [oddeven] => item-odd )
Sempre dalla parte della vittima amando le umane diversità

Sempre dalla parte della vittima amando le umane diversità

Commenti - Nella Fratelli tutti Francesco ha spiegato che la sua è una fratenità universale di Luigino Bruni pubblicato su Avvenire il 06/10/2020 La fraternità non è una parola semplice. Perché le fraternità sono molte, e non sono tutte né buone né cristiane. Ci sono sempre state persone e comuni...
stdClass Object
(
    [id] => 18862
    [title] => Sud, migliorare si può e si deve
    [alias] => sud-migliorare-si-puo-e-si-deve
    [introtext] => 

Un divario che sta aumentando. A commento della nuova Classifica del Benvivere realizzata da Avvenire e SEC

di Luigino Bruni

pubblicato su Avvenire il 26/09/2020

«Quello ch’ora dicesi Regno di Napoli abbraccia le più belle, le più amene, e le più fertili contrade della presente Italia, state già famose per le scuole del saper greco, per l’eccellenza delle leggi e de’ legislatori, per la loro forza terrestre e navale, per le guerre, per le arti, pel commercio» (p. 243). Con queste parole l’economista e filosofo napoletano Antonio Genovesi, fondatore della tradizione italiana dell’economia civile, iniziava nelle sue Lezioni di commercio il ragionamento sulle cause del declino economico e sociale in cui si trovava il suo Regno di Napoli, e quindi indicava i mezzi per risollevarlo: meno "onore privato" e più "fede pubblica", meno terre ai latifondisti e più ai piccoli proprietari, più scuole per tutti, più conoscenze tecniche nel popolo, meno privilegi feudali e più premi agli artigiani e al commercio. E poi concludeva: «non siamo ancora giunti a quella coltura degl’ingegni, alla quale noi possiam pervenire meglio che gli altri, per la vivezza della mente e della fantasia, e dove altre nazioni forse di minore ingegno sono per diligenza usata giunte; anzi, che non siamo neppure alla metà dell’opera» (p. 248). Eravamo nel 1767.

[fulltext] =>

Il dato che più impressiona in questo secondo rapporto "Avvenire delle città", è l’enorme distacco tra le province del Centro-Nord e quelle del Sud, un divario già molto grande lo scorso anno e che quest’anno è ulteriormente cresciuto. Per incontrare la prima città sotto il fiume Tronto (l’antico confine del Regno), occorre scendere fino al 67° posto (Bari), mentre lo scorso anno Isernia era al 51° posto. Dal 67° all’ultimo posto (107) abbiamo soltanto città del Sud, ad eccezione di 5 province centrali. E la somma algebrica dei miglioramenti e peggioramenti nel ranking tra il 2019 e il 2020 nelle città del Sud è di meno 29.

Il "Benvivere" era parola cara alla tradizione meridiana dell’economia, a quel Ludovico Bianchini, Napoletano e erede di Genovesi, che chiamò il suo trattato di economia la Scienza del benvivere sociale. Forse perché si amano le cose che si desiderano quando avvertiamo la loro mancanza. O forse perché nelle città meridiane c’è un benvivere in parte diverso da quello del Nord, che ancora gli indicatori, neanche quelli più sofisticati del nostro report, riescono a catturare. Se un giorno fossimo capaci di creare un sistema di variabili che ci consenta di cogliere i beni relazionali, un elemento fondamentale di ogni benvivere, ma soprattutto di quello latino e meridiano, forse questa classifica così netta e polarizzata si complicherebbe, e ci accorgeremmo che in molte città del Sud e delle Isole si vive meglio di come oggi appare.

Già nel commentare i dati dello scorso anno notavamo che «abbiamo usato strumenti che poco catturano dimensioni fondamentali del benessere, come la solitudine, la compagnia degli anziani, l’invecchiare vicino ai nipoti, l’amicizia e la convivialità». Questi indicatori non esistono ancora perché la teoria economica e sociale dominante ha costruito nel tempo un’idea di benessere dove contano molto il lavoro, i servizi, le virtù civili, le imprese, la sicurezza, il capitale umano. E non potrebbe che essere così, perché queste dimensioni della vita sono veramente dimensioni del nostro benessere.

Ma tutti sappiamo, anche se lo dimentichiamo ogni giorno di già, che la consolazione degli amici, invecchiare con accanto i figli, figlie e nipoti, crescere un bambino in un borgo di campagna invece che in una grande città, mangiare il panino da soli o condividere lunghi pranzi con chi amiamo, organizzare e vivere il tempo della festa… sono dimensioni altrettanto importanti del benessere. Dimensioni presenti ovunque, ma più presenti al Sud, e quindi se non vengono rilevate tendono ad aumentare i gap tra il benvivere delle nostre città. Per il prossimo anno ci proponiamo, con tempi speriamo tutti più favorevoli, di dedicarci alla ricerca di queste nuove misure. È possibile, si può fare.

Ma non appena abbiamo ricordato queste dimensioni diverse e ancora poco esplorate del benessere, dobbiamo fare di tutto perché cittadini, intellettuali e politici conoscano e riflettano su questi dati, e quindi migliorino quelle dimensioni migliorabili. Molte cose che non ci fanno vivere bene si possono, si devono migliorare. Non ci sono zone del paese destinate a rimanere per sempre nelle loro trappole di povertà. Il mal-vivere o il ben-vivere non è un destino, è anche impegno civile, è anche progetto politico.

Antonio Genovesi lottò molto contro quel tratto del carattere nazionale che lui chiamava il nonsipuotismo, una malattia tipica del nostro Paese. Lasciamo a lui allora anche l’ultima parola: «Si può, dirà taluno? Appunto questo sospetto rovina le nazioni. La massima mia è: ogni uomo, ogni famiglia, ogni Stato può ben essere quel ch’è stato un altro uomo, un’altra famiglia, un altro Stato. È micidiale sentimento, quel "non si può"» (pp. 48-49).

Sulla Classifica del Ben-vivere vedi anche:

Cercare senso in altro modo, di Vittorio Pelligra, pubblicato su Avvenire il 26/09/2020

[checked_out] => 0 [checked_out_time] => 0000-00-00 00:00:00 [catid] => 888 [created] => 2020-09-28 14:55:01 [created_by] => 64 [created_by_alias] => Luigino Bruni [state] => 1 [modified] => 2023-04-12 22:49:24 [modified_by] => 64 [modified_by_name] => Antonella Ferrucci [publish_up] => 2020-09-28 14:55:01 [publish_down] => 0000-00-00 00:00:00 [images] => {"image_intro":"","float_intro":"","image_intro_alt":"","image_intro_caption":"","image_fulltext":"","float_fulltext":"","image_fulltext_alt":"","image_fulltext_caption":""} [urls] => {"urla":false,"urlatext":"","targeta":"","urlb":false,"urlbtext":"","targetb":"","urlc":false,"urlctext":"","targetc":""} [attribs] => {"article_layout":"","show_title":"","link_titles":"","show_tags":"","show_intro":"","info_block_position":"","info_block_show_title":"","show_category":"","link_category":"","show_parent_category":"","link_parent_category":"","show_associations":"","show_author":"","link_author":"","show_create_date":"","show_modify_date":"","show_publish_date":"","show_item_navigation":"","show_icons":"","show_print_icon":"","show_email_icon":"","show_vote":"","show_hits":"","show_noauth":"","urls_position":"","alternative_readmore":"","article_page_title":"","show_publishing_options":"","show_article_options":"","show_urls_images_backend":"","show_urls_images_frontend":"","helix_ultimate_image":"","helix_ultimate_image_alt_txt":"","spfeatured_image":"","helix_ultimate_article_format":"standard","helix_ultimate_audio":"","helix_ultimate_gallery":"","helix_ultimate_video":"","video":""} [metadata] => {"robots":"","author":"","rights":"","xreference":""} [metakey] => [metadesc] => [access] => 1 [hits] => 1095 [xreference] => [featured] => 1 [language] => it-IT [on_img_default] => 1 [readmore] => 4234 [ordering] => 12 [category_title] => IT - Editoriali Avvenire [category_route] => economia-civile/it-editoriali-vari/it-varie-editoriali-avvenire [category_access] => 1 [category_alias] => it-varie-editoriali-avvenire [published] => 1 [parents_published] => 1 [lft] => 79 [author] => Luigino Bruni [author_email] => ferrucci.anto@gmail.com [parent_title] => IT - Editoriali vari [parent_id] => 893 [parent_route] => economia-civile/it-editoriali-vari [parent_alias] => it-editoriali-vari [rating] => 0 [rating_count] => 0 [alternative_readmore] => [layout] => [params] => Joomla\Registry\Registry Object ( [data:protected] => stdClass Object ( [article_layout] => _:default [show_title] => 1 [link_titles] => 1 [show_intro] => 1 [info_block_position] => 0 [info_block_show_title] => 1 [show_category] => 1 [link_category] => 1 [show_parent_category] => 1 [link_parent_category] => 1 [show_associations] => 0 [flags] => 1 [show_author] => 0 [link_author] => 0 [show_create_date] => 1 [show_modify_date] => 0 [show_publish_date] => 1 [show_item_navigation] => 1 [show_vote] => 0 [show_readmore] => 0 [show_readmore_title] => 0 [readmore_limit] => 100 [show_tags] => 1 [show_icons] => 1 [show_print_icon] => 1 [show_email_icon] => 1 [show_hits] => 0 [record_hits] => 1 [show_noauth] => 0 [urls_position] => 1 [captcha] => [show_publishing_options] => 1 [show_article_options] => 1 [save_history] => 1 [history_limit] => 10 [show_urls_images_frontend] => 0 [show_urls_images_backend] => 1 [targeta] => 0 [targetb] => 0 [targetc] => 0 [float_intro] => left [float_fulltext] => left [category_layout] => _:blog [show_category_heading_title_text] => 0 [show_category_title] => 0 [show_description] => 0 [show_description_image] => 0 [maxLevel] => 0 [show_empty_categories] => 0 [show_no_articles] => 1 [show_subcat_desc] => 0 [show_cat_num_articles] => 0 [show_cat_tags] => 1 [show_base_description] => 1 [maxLevelcat] => -1 [show_empty_categories_cat] => 0 [show_subcat_desc_cat] => 0 [show_cat_num_articles_cat] => 0 [num_leading_articles] => 0 [num_intro_articles] => 14 [num_columns] => 2 [num_links] => 0 [multi_column_order] => 1 [show_subcategory_content] => -1 [show_pagination_limit] => 1 [filter_field] => hide [show_headings] => 1 [list_show_date] => 0 [date_format] => [list_show_hits] => 1 [list_show_author] => 1 [list_show_votes] => 0 [list_show_ratings] => 0 [orderby_pri] => none [orderby_sec] => rdate [order_date] => published [show_pagination] => 2 [show_pagination_results] => 1 [show_featured] => show [show_feed_link] => 1 [feed_summary] => 0 [feed_show_readmore] => 0 [sef_advanced] => 1 [sef_ids] => 1 [custom_fields_enable] => 1 [show_page_heading] => 0 [layout_type] => blog [menu_text] => 1 [menu_show] => 1 [secure] => 0 [helixultimatemenulayout] => {"width":600,"menualign":"right","megamenu":0,"showtitle":1,"faicon":"","customclass":"","dropdown":"right","badge":"","badge_position":"","badge_bg_color":"","badge_text_color":"","layout":[]} [helixultimate_enable_page_title] => 1 [helixultimate_page_title_alt] => Economia Civile [helixultimate_page_subtitle] => Editoriali Avvenire [helixultimate_page_title_heading] => h2 [page_title] => Editoriali Avvenire [page_description] => [page_rights] => [robots] => [access-view] => 1 ) [initialized:protected] => 1 [separator] => . ) [displayDate] => 2020-09-28 14:55:01 [tags] => Joomla\CMS\Helper\TagsHelper Object ( [tagsChanged:protected] => [replaceTags:protected] => [typeAlias] => [itemTags] => Array ( [0] => stdClass Object ( [tag_id] => 128 [id] => 128 [parent_id] => 1 [lft] => 253 [rgt] => 254 [level] => 1 [path] => classifica-benvivere [title] => Classifica Benvivere [alias] => classifica-benvivere [note] => [description] => [published] => 1 [checked_out] => 0 [checked_out_time] => 0000-00-00 00:00:00 [access] => 1 [params] => {} [metadesc] => [metakey] => [metadata] => {} [created_user_id] => 64 [created_time] => 2020-10-01 14:55:01 [created_by_alias] => [modified_user_id] => 0 [modified_time] => 2021-04-18 04:13:44 [images] => {} [urls] => {} [hits] => 2974 [language] => * [version] => 1 [publish_up] => 2020-10-01 14:55:01 [publish_down] => 2020-10-01 14:55:01 ) ) ) [slug] => 18862:sud-migliorare-si-puo-e-si-deve [parent_slug] => 893:it-editoriali-vari [catslug] => 888:it-varie-editoriali-avvenire [event] => stdClass Object ( [afterDisplayTitle] => [beforeDisplayContent] => [afterDisplayContent] => ) [text] =>

Un divario che sta aumentando. A commento della nuova Classifica del Benvivere realizzata da Avvenire e SEC

di Luigino Bruni

pubblicato su Avvenire il 26/09/2020

«Quello ch’ora dicesi Regno di Napoli abbraccia le più belle, le più amene, e le più fertili contrade della presente Italia, state già famose per le scuole del saper greco, per l’eccellenza delle leggi e de’ legislatori, per la loro forza terrestre e navale, per le guerre, per le arti, pel commercio» (p. 243). Con queste parole l’economista e filosofo napoletano Antonio Genovesi, fondatore della tradizione italiana dell’economia civile, iniziava nelle sue Lezioni di commercio il ragionamento sulle cause del declino economico e sociale in cui si trovava il suo Regno di Napoli, e quindi indicava i mezzi per risollevarlo: meno "onore privato" e più "fede pubblica", meno terre ai latifondisti e più ai piccoli proprietari, più scuole per tutti, più conoscenze tecniche nel popolo, meno privilegi feudali e più premi agli artigiani e al commercio. E poi concludeva: «non siamo ancora giunti a quella coltura degl’ingegni, alla quale noi possiam pervenire meglio che gli altri, per la vivezza della mente e della fantasia, e dove altre nazioni forse di minore ingegno sono per diligenza usata giunte; anzi, che non siamo neppure alla metà dell’opera» (p. 248). Eravamo nel 1767.

[jcfields] => Array ( ) [type] => intro [oddeven] => item-even )
Sud, migliorare si può e si deve

Sud, migliorare si può e si deve

Un divario che sta aumentando. A commento della nuova Classifica del Benvivere realizzata da Avvenire e SEC di Luigino Bruni pubblicato su Avvenire il 26/09/2020 «Quello ch’ora dicesi Regno di Napoli abbraccia le più belle, le più amene, e le più fertili contrade della presente Italia, state già ...