Riusciremo a metterla al passo dei tempi?
di Luigino Bruni
pubblicato su Vita il 4/05/2012
Sono tutti positivi quei fenomeni che sottraggono spazi della vita civile alle logiche dell’economia del denaro. Il baratto, nelle forme in cui sembra affermarsi in questi periodi anche per via della crisi, può essere una di queste forme. Ma non lasciamoci cullare dai sogni. Vi siete mai chiesti perché non sono mai decollate le “banche del tempo”, un meccanismo che in realtà sarebbe perfetto per rispondere a tanti bisogni della vita collettiva? Non sono decollate perché l’offerta prescinde sempre dalla domanda. Si dà disponibilità del proprio tempo non tanto per rispondere a un bisogno quanto per avere una chance di fare una cosa che piace. E nelle banche del tempo l’offerta è sempre esorbitante rispetto alla domanda.
Poi non bisogna mai perdere di vista il principio che ogni scambio, anche non regolato da moneta, prevede una reciprocità. Cioè un mutuo vantaggio: non basta un altruismo interessato. Inoltre, ogni scambio richiede equità: quello che io do deve essere in qualche modo proporzionale a quello che ricevo. Il mercato ha connaturato uno strumento per fissare questa equivalenza, ed è quello del prezzo, che, in base alle proprie oscillazioni, stabilisce se un servizio o una merce scambiata serve oppure no. Anche laddove la conoscenza è frammentata, il prezzo fissa il parametro.
Il baratto dunque parte con molti handicap. In contesti normali l’incrocio tra domanda e offerta è affidato al caso e forse solo sfruttando le potenzialità del web si può fare qualche passo avanti. Altrimenti il baratto resterà sempre relegato a forma di scambio marginale e premoderno. Ma c’è un ambito in cui può proporsi come un modello assai più efficiente ed efficace del mercato: l’ambito della cura. Innanzitutto la cura, se pagata in moneta, non è a portata di tutti. In secondo luogo c’è una naturale ritrosia a mettere ciò che riguarda la vita sul piano di una mercanzia. E dato che la domanda di cura è una domanda in fortissima crescita, tutte quelle forme che riescono a regolare i rapporti evitando l’invasività di logiche solo economiche possono disporre di una grande chance. In questi ambiti mutualità e fiducia hanno un vantaggio di competitività rispetto al mercato. Ma per fare un passo come questo è necessario fare una sorta di upgrading, che renda più strutturati i meccanismi di scambio e che dia affidabilità alle valutazioni di equivalenza.