Commenti - Quelle campagne per l’«azzardo buono»
di Luigino Bruni
pubblicato su Avvenire il 05/12/2015
Se vedessimo imprese produttrici di tabacco fare campagne contro il fumo, produttori di superalcoolici finanziare campagne contro il consumo di alcool, aziende fabbricanti di mine anti-uomo lanciare campagne contro le guerre, resteremmo molto perplessi. Quantomeno ci sfiorerebbe il dubbio che sotto queste iniziative ci sia qualche imbroglio o strumentalizzazione. Invece ci stupiamo poco, o nulla, quando leggiamo che Lottomatica – uno dei ’campioni’ nostrani del settore e, ormai, prima multinazionale dell’azzardo nel mondo – sta finanziando la campagna "Facciamo girare la voce" per educare i cittadini, soprattutto i minorenni, al «gioco responsabile».
Oggi, sabato 5 dicembre, la campagna arriverà contemporaneamente a Genova (Centro commerciale l’Aquilone) e a Perugia (Gherlinda), ed entro un anno raggiungerà 24 città. Una iniziativa per sensibilizzare i "giocatori" contro i rischi del gioco, e soprattutto per ricordare a tutti che il "gioco" è vietato ai minorenni. La parola azzardo è naturalmente bandita.
E, cosa che sarebbe comica se non fosse tragicissima, accanto a Lottomatica e ai tabaccai italiani (Fit) dal 2010 troviamo il Moige, storico movimento dei genitori (www.moige.it). Quali possono essere le motivazioni di genitori che si alleano con i gestori dell’azzardo per educare i loro figli? Forse pensano che Lottomatica, impresa for profit che ha come obiettivo la massimizzazione dei profitti, i cui manager hanno avuto il mandato dai loro proprietari (tra questi la De Agostini, che una volta faceva gli atlanti per i nostri ragazzi) di aumentare ricavi e profitti, possa veramente sponsorizzare una campagna per ridurre i propri clienti e profitti.
O forse credono che i loro figli minorenni non scommetteranno nei tabaccai compiacenti (che sono pieni di ragazzi all’uscita della scuola) o non si butteranno sulle slot machine se la Fit e Lottomatica ricordano loro che la legge vieta che giochino d’azzardo – come se i ragazzi non sapessero di essere "minorenni" proprio perché non possono fare le cose vietate ai -18. Non volendo pensare né scrivere che il Moige fa queste campagne per ricevere qualche euro, occorre allora avere una grande immaginazione per riuscire a capire le motivazioni di questo tour. Se poi andiamo in uno di questi "appuntamenti" nei centri commerciali, e vediamo l’ambiente, i colori, le immagini dei luoghi nei quali si svolge questa "educazione", i test che i giovani fanno per riconoscere i primi sintomi di dipendenza, l’immaginazione finisce, e restano soltanto la tristezza, la delusione, lo sdegno.
Si tratta di un’iniziativa molto pericolosa, e da ogni punto di vista, tranne quello dei profitti di Lottomatica e dei tabaccai. Trovo, infatti, eticamente gravissimo vedere una associazione di genitori alleata dell’azzardo. E per almeno tre ragioni. Innanzitutto una campagna di prevenzione contro un prodotto (azzardo) che viene finanziata dai suoi produttori è evidentemente una campagna pubblicitaria del prodotto stesso. È l’azzardo il protagonista di questi ’luoghi’: si parla sempre e solo di azzardo (naturalmente con i suoi nomi addomesticati).
Parlando dei divieti e delle patologie, si aumenta soprattutto la conoscenza dell’azzardo, si diffonde la malattia mentre se ne parla. E questo perché si alimenta l’idea – molto cara al sistema azzardo – che esista un azzardo buono (bello, positivo, controllabile, divertente) e uno cattivo, cioè quello patologico. Quindi occorre combattere il gioco d’azzardo cattivo e promuovere quello buono. Questa distinzione è una operazione grave, che negli ultimi anni ha riempito l’Italia di nere "salegioco", di slot nei bar, e di gratta-e-vinci ovunque. Ogni euro che mettiamo dentro una slot alimenta un sistema – quello dell’azzardo – che con la complicità dei governi sta impoverendo la nostra economia e "mangiando" i poveri e i ragazzi.
I capi delle associazioni dei genitori entrino in una salaslot o in una sala bingo per vedere che cosa veramente produce l’azzardo responsabile dei maggiorenni, quello a cui i loro figli potranno finalmente accedere il giorno del loro 18° compleanno! Infine, la ragione più grave di tutte, sono i ragazzi e le ragazze.
Non dobbiamo permettere che le aziende e le multinazionali dell’azzardo entrino in contatto con i nostri adolescenti: sono troppo preziosi per metterli nelle mani dei mercanti di profitto a ogni costo. Che i minorenni non devono giocare questo non-gioco occorre dirlo alle multinazionali dell’azzardo non ai nostri ragazzi che lo sanno già e molto bene. Se vogliamo fare veramente educazione, facciamola con le Asl nelle scuole, nelle parrocchie, e affidiamola a chi combatte l’azzardo, non a chi aumenta i propri profitti solo aumentando i clienti di oggi, e di domani. E continuiamo la battaglia, anche in Parlamento, contro la pubblicità nei media – esplicita e implicita. "Nessuno tocchi il bambino". Giù le mani dai nostri figli.
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