Debutta Sec, dove si torna alle antiche origini economiche e culturali del nostro paese. Al centro umanesimo civile, cooperazione, economia civile e comunità per provare a tornare protagonisti a livello internazionale superando la crisi
di Luigino Bruni
pubblicato su Vita il 19/09/2013
C’era bisogno in Italia - dove esiste una significativa presenza di scuole dell’economia cooperativa e sociale, di centri di ricerca sul non-profit e terzo settore – della Sec?
Sì e no. Non è necessario per chi ritiene che le scuole d’impresa oggi nascono per dar lavoro ai docenti, e che per le imprese rappresentano una sorta di tassa da pagare o un prezzo per ottenere un bene posizionale; o per coloro che pensano che l’Italia oggi abbia bisogno di meno chiacchiere e più innovazione imprenditoriale; e per chi pensa che non ci sia nessun elemento specifico o culturale nel modo di fare impresa in Italia rispetto a quanto accade negli USA o in Inghilterra.
Della Sec c’è bisogno per chi pensa che la crisi del lavoro in cui siamo precipitati è anche crisi del pensiero manageriale, troppo schiacciato sul “pensiero” unico, un pensiero unico che ha invaso o sta invadendo anche il mondo dell’economia sociale e cooperativa; per chi crede che il modo di concepire il mercato e di fare cooperazione in Italia e, in un certo senso, in Europa, sia diverso da quello sviluppatosi nel mono anglosassone; per chi crede che insegnare management e organizzazione per chi opera a Prato o in una cooperativa, sia diverso dai corsi pensati per chi opera a Los Angeles o a Nairobi; per chi crede che l’impresa e il mercato siano pezzi di civiltà, e che per affrontarli in modo adeguato sia richiesto non solo il “know how” ma anche il “know why”.
Per questi ultimi il 19 maggio scorso è stata una buona e bella giornata, perché è stata fondata, a Loppiano (Firenze), da 15 soci (tra questi Acli nazionale, Federcasse, Banca Etica, La federazione trentina della cooperazione, l’Istituto Universitario Sophia e il Polo Lionello Bonfanti dell’EdC), la SEC s.r.l., una scuola che vuole diventare un centro di emanazione di pensiero nuovo e di azioni diverse, per l’economia sociale ma anche per l’impresa più tradizionale (con le forme giuridiche più diverse) che concepisce la propria attività come incivilimento – è anche questa una delle differenze tra l’economia sociale, non-profit, del terzo settore e l’economia civile.
L’Italia è stata una delle nazioni che nei suoi tempi migliori ha prodotto cultura e pensiero, e con questi ha invaso il mondo, facendolo, generalmente, migliore e più bello. Da qualche decennio il nostro Paese è confinato alla periferia culturale, e quindi economica, del mondo. L’Italia ritroverà un suo protagonismo economico se saprà attingere linfa vitale dalle sue antiche radici, che si chiamano Umanesimo civile, cooperazione, comunità, economia civile. Come nel rugby: andare indietro per andare avanti, e raggiungere la meta, oltre la crisi.
Info
La SEC, Scuola di Economia Civile non è l’ennesimo corso di aggiornamento o di riqualificazione professionale. Per questo, materie di “formazione” alla SEC saranno la centralità della persona e del bene comune, l’offerta di una proposta culturale a dirigenti e professionisti di vari settori, la creazione di valori di riferimento per «far comprendere che la sostenibilità economica può accompagnarsi ad una sostenibilità di tipo sociale» – come sostiene Silvia Vacca, imprenditrice e presidente del CdA.
Tra i promotori ci sono gli economisti Stefano Zamagni, Luigino Bruni e tanti altri studiosi che da anni approfondiscono i temi e le prassi legati all’Economia civile. Attorno a loro si sono raccolte importanti istituzioni, operanti nei più diversi settori dell’associazionismo economico e non solo. In particolare le Acli nazionali, Banca Popolare Etica, Federazione trentina della cooperazione, Federcasse, Economia di Comunione Spa, Istituto Universitario Sophia.
Sarà proprio la cornice di LoppianoLab 2013 ad ospitarne l’inaugurazione il 20 settembre presso il Polo Lionello Bonfanti (Incisa Valdarno – Firenze) dove la scuola ha sede.
La Scuola di Economia Civile si propone come un laboratorio di formazione permanente per imprenditori, dirigenti e quadri direttivi e per chi opera nelle imprese, nelle cooperative, nelle organizzazioni a movente ideale, per chi lavora nelle pubbliche amministrazioni e nelle libere professioni, per le scuole e chiunque desideri avvicinarsi al pensiero di un’economia che tenga conto delle persone e delle relazioni tra loro.
I corsi inizieranno in autunno in sede; tra i docenti ci sono economisti di rilievo, italiani e stranieri, tra cui citiamo Giuseppe Argiolas, Stefano Bartolini, Leonardo Becchetti, Luigino Bruni, Anouk Grèvin, Mauro Magatti, Elena Granata, Helen Alford, Vittorio Pelligra, Pier Luigi Porta, Renato Ruffini, Stefano Bartolini, Alessandra Smerilli, Stefano Zamagni, Vera Negri Zamagni.